La nuova tecnica consente di affinare la diagnosi del tumore alla prostata dando la possibilità di intervenire in modo più preciso ed efficace
Ecografi tridimensionali e software che simulano, ricostruiscono e registrano il percorso dell'ago all'interno della prostata. Così è possibile prendere di mira in modo efficace le zone evidenziate come sospette dalla risonanza magnetica, trasferendo in pratica le informazioni della risonanza sull'immagine ecografica tridimensionale. È questa la "fusion biopsy", o biopsia con fusione, una nuova tecnica che consente di affinare la diagnosi del tumore alla prostata dando la possibilità di intervenire in modo più preciso ed efficace.
Se n'è è parlato in un workshop all'interno dei lavori del 90° Congresso della Società Italiana di Urologia (Siu)a Napoli.
La biopsia della prostata viene quindi eseguita con prelievi random in tutto l'organo. In alcuni casi si rischia di non prelevare il tessuto tumorale e ciò comporta la necessità, spesso, di ripetere le biopsie se il sospetto clinico permane".A questo problema si sta ovviando con ecografi tridimensionali e software appositi che simulano, ricostruiscono e registrano il percorso dell'ago all'interno della prostata, appunto la cosiddetta 'fusion biopsy'. La Biopsia Fusion è già disponibile in moltissimi centri italiani. Inoltre, molti specialisti e diverse cliniche noleggiano la macchina. "Ma bisogna evitare gli sprechi- conclude Mirone- questa metodica andrebbe utilizzata in pazienti che devono ripetere la biopsia a seguito di un sospetto clinico che persiste dopo un esame negativo".
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