Resta il problema di quando queste pensioni saranno pagate
L’Enpam esprime soddisfazione per l’emanazione della circolare con la quale l'Inps ha definito al proprio interno diversi aspetti legati alle pensioni in cumulo. L’ente di previdenza dei medici e degli odontoiatri per propria parte aveva già emanato una circolare sull’argomento il 16 gennaio 2017 e a partire dal 1° agosto scorso ha già cominciato ad inviare all’Inps per il seguito di competenza tutte le pratiche sulle pensioni in cumulo per quanti hanno presentato domanda.
Resta il problema di quando queste pensioni saranno pagate. Tuttavia la legge, fino a quando non sarà cambiata, per quanto riguarda le prestazioni in cumulo ha trasformato l’Enpam in mero ente esattore di contributi mentre spetta esclusivamente all’Inps inviare materialmente i pagamenti ai pensionati.L’Enpam ribadisce la propria contrarietà al fatto che l'Inps diventi erogatore di prestazioni proprie delle Casse e chiede un intervento legislativo per correggere questo attacco all’autonomia.
Enpam e le altre Casse dei professionisti attendono a questo punto di essere contattati dall’Inps per stilare la convenzione operativa, come quella già in vigore sulla totalizzazione. In ogni caso l'ente dei medici e degli odontoiatri, una volta ricevute le necessarie informazioni dall’istituto pubblico in relazione alle pratiche già trasmesse, è pronto a mettere a disposizione le somme di propria pertinenza.
“E’ un principio di civiltà giuridica” commenta la Cosmed evidenziando di essere stata parte attiva alla richiesta di tale estensione.
“Il lavoro – prosegue la Cosmed in una nota di commento alla pubblicazione della circolare - ha pari dignità, sia come lavoro dipendente che come lavoro autonomo, sia se effettuato con contribuzione Inps che con contribuzione ad altre Casse previdenziali. Del resto i contributi sono del lavoratore non dell’Istituto che li gestisce, qualunque esso sia”.
Per la Cosmed “si attenuano in tal modo per molti gli effetti della legge Fornero e si rende pienamente esigibile un diritto liberando dall’incertezza migliaia di aspiranti pensionati. Dopo che il 16 marzo 2017 la possibilità di cumulo è stato estesa alla gestione separata Inps, con importante beneficio per i medici, che hanno conseguito la specializzazione dal 2006 che si vedono riconoscere automaticamente gli anni della formazione come anzianità contributiva, il coinvolgimento dei contributi alle casse previdenziali autonome allontana per i medici e i dirigenti sanitari la prospettiva di dover lavorare fino a 70 anni, con tutte le conseguenze sul lavoratore e sulla sicurezza dei servizi resi ai cittadini”.
Per la Cosmed, “il provvedimento manifesta, però, un passaggio di dubbia legittimità negando che gli anni di contribuzione alle Casse Professionali anteriori al 1996 siano utilizzabili per raggiungere i 18 anni al 31.12.1995 (ottenendo il calcolo retributivo fino al 2011) e per passare dal sistema contributivo a quello misto. Una condizione inaccettabile per le penalizzazioni economiche e le evidenti contraddizioni tra la legge e la sua applicazione”.
“Questa Confederazione – conclude la Cosmed -, che ha proposto l’emendamento recepito dalla legge di bilancio 2017, non può non dichiararsi soddisfatta per l’affermazione di un principio generale di non discriminazione che rende possibile per i medici guardare con maggiore serenità al proprio futuro previdenziale aumentando la loro flessibilità in uscita dal un lavoro che troppo spesso oggi viene vissuto come una prigione”.
Sono ormai abbastanza numerosi, anche fra i medici e gli odontoiatri, i casi in cui, al momento della morte del professionista, il diritto alla pensione a superstiti venga attribuito ad un suo nipote, anche in presenza di genitori viventi.
A partire dal 2027 la Ragioneria reputa possibile un aumento di tre mesi dei requisiti necessari per il pensionamento, sia di vecchiaia sia anticipato
Nel 2027-2028 i requisiti per la pensione dovrebbero aumentare di tre mesi: l’età richiesta per la pensione di vecchiaia passerebbe a 67 anni e 3 mesi
Per i periodi lavorati fino al 31 dicembre 1995 si deve calcolare il 2,5 % per anno d’anzianità contributiva anche per chi ha compiuto 65-66 anni
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
L’integrazione, in Enpam, è curata dal Servizio Trattamento Giuridico e Fiscale delle Prestazioni, dell’Area della Previdenza.
Il cedolino è già disponibile, mentre i pagamenti partiranno a inizio mese
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