Un paziente su 4 in Rianimazione rischia l'antibiotico-resistenza
Una task force, una rete di esperti di aziende sanitarie toscane e non solo, per combattere la battaglia contro le infezioni in corsia, uno dei maggiori pericoli e ostacoli alla guarigione dal quale è sempre più difficile difendersi, a causa della resistenza agli antibiotici sviluppata da alcuni ceppi di batteri. Tra i più temibili lo stafilococco MDR, aggredibile da pochissimi farmaci. A sancirne l'avvio il convegno "Riabilitazione e infezioni ospedaliere, tra buone pratiche e gestione del rischio clinico", che si terrà il 10 novembre all'ospedale Santa Maria Della Gruccia di Montevarchi.
"Le infezioni peggiorano le condizioni cliniche dei pazienti esponendoli a volte al rischio di vita - evidenzia Mauro Mancuso, del Consiglio direttivo della Società italiana di riabilitazione neurologica (Sirn) e direttore del Centro di riabilitazione di Montevarchi- un paziente su quattro rischia di contrarre un'infezione resistente agli antibiotici in rianimazione secondo uno studio del 2004, che già in epoca non sospetta esponeva un problema che è andato aggravandosi progressivamente".
Chi contrae un'infezione, ha un rischio di morte significativamente superiore (1,49% contro 0,97%). Anche i centri di riabilitazione sono coinvolti: anzi, ospitando i pazienti per un periodo più lungo, la condivisione di spazi e attrezzature è anche maggiore. Ciò richiede attenzioni e procedure specifiche anche per evitare un significativo ritardo nel recupero e nelle dimissioni dall'ospedale. La giornata, promossa dal Centro Ricerche della Clinica di Riabilitazione Toscana, vuole aprire a linee guida specifiche per i centri di riabilitazione. A tale scopo è nato un gruppo di studio intersocietario per affinare buone pratiche per contenere la diffusione delle infezioni nelle riabilitazioni.
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