Le terapie personalizzate riducono le criticità nella gestione dei pazienti.
Nonostante gli sforzi per promulgare e diffondere linee guida internazionali, nazionali e relative declinazioni in Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (PDTA), gli elementi di criticità nella gestione della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) sono ancora molti. In particolare, la prevalenza della malattia è sottostimata, la diagnosi spesso viene posta nelle fasi più avanzate della patologia e l’approccio farmacologico non sempre segue dei criteri razionali e basati sulle evidenze scientifiche.
Negli ultimi anni si sta consolidando il concetto di fenotipizzazione del paziente con BPCO, ossia l’idea che sia necessario caratterizzarlo (e, quindi, definire l’approccio terapeutico) sulla base della specifica espressione della malattia a livello individuale, differenziando, in particolare, le forme enfisematose dai quadri bronchitici cronici.
Pertanto, sono stati fatti sforzi per identificare sottogruppi o fenotipi al fine di prevedere la risposta ad una specifica classe di farmaci per il trattamento della BPCO. Questa review (Siafakas et al., 2017) indaga fenotipi, endotipi e sottogruppi BPCO (frequente esacerbazione, infiammazione sistemica, ecc.), la loro comorbilità e il loro impatto sulla terapia. I fenotipi infiammatori hanno bisogno di corticosteroidi per via inalatoria; al contrario, il tipo enfisematoso con dispnea e iperinflazione polmonare necessita di doppia broncodilatazione (deflatori).
Tuttavia, sono necessari studi più ampi e ben progettati che raggruppino pazienti con BPCO, al fine di identificare i sottogruppi importanti e, quindi, di condurre alla gestione personalizzata nella BPCO.
Fonti bibliografiche:
Siafakas N, Corlateanu A, Fouka E. Phenotyping Before Starting Treatment in COPD? COPD, 2017 Jun;14(3):367-374. doi:10.1080/15412555.2017.1303041. Epub 2017 Apr 7.
Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie
Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen
I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali
Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri
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