Mix tra la genetica e i traumi rendono più soggetti alle psicopatologie
Eventi traumatici vissuti durante l'infanzia possano interagire con il proprio background genetico, rendendo alcuni soggetti più vulnerabili alla depressione nel corso della vita. A dimostrare gli effetti di questo mix pericoloso è uno studio italiano pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry che ha identificato i tre geni della "vulnerabilità alla depressione", ovvero collegati al manifestarsi di questa malattia, qualora si siano vissute condizioni molto stressanti nei primi anni di vita. I ricercatori dell'Irccs Fatebenefratelli di Brescia hanno intrecciato dati provenienti da diversi tessuti, modelli preclinici e studi clinici, identificando un network di nuovi geni, ovvero FoxO1, A2M e TGFB1, coinvolti in processi di risposta allo stress e implicati nella depressione.
Confrontando diverse coorti, si è visto che individui con determinate varianti geniche in questi geni, se esposti ad eventi stressanti durante l'adolescenza, sviluppavano sintomi depressivi in età adulta.
Fonte: Molecular Psychiatry
Fazzi: "La prima valutazione da fare è capire se l’esperienza è adeguata all’età ed è ragionevolmente proponibile. La risposta non può essere quella di eliminare il rischio, ma di proporre con intenzionalità e gradualità"
Lo studio, finanziato con fondi PNRR e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, che ha eseguito i test preclinici, sarà condotto presso la Clinica Psichiatrica dell’ospedale di Chieti
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Ettore: "Esistono sintomi specifici e riconoscibili che permettono una diagnosi più precisa, quali il disordine nella relazione madre-bambino, il disturbo da stress e i disturbi da ansia"
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"I bambini e le bambine che utilizzano strumenti tecnologici e interagiscono con gli schermi subiscono due danni: uno diretto, legato alla dipendenza e l'altro indiretto, perché l'interazione con gli schermi impedisce di vivere nella vita reale"
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