Canali Minisiti ECM

Bambini, come proteggerli dai pericoli reali, insegnando ad affrontare rischi ed emozioni: 8 consigli dei neuropsichiatri infantili di Sinpia

Pediatria Redazione DottNet | 29/07/2025 13:56

Fazzi: "La prima valutazione da fare è capire se l’esperienza è adeguata all’età ed è ragionevolmente proponibile. La risposta non può essere quella di eliminare il rischio, ma di proporre con intenzionalità e gradualità"

Cosa succede quando un bambino sale su un albero, corre più veloce del solito o si cimenta in una nuova esperienza sotto la supervisione costante di un adulto? Succede che impara. A conoscere i propri limiti, a gestire le emozioni, a sviluppare capacità fondamentali per la crescita.  Parola di neuropsichiatri infantili. "Affrontare il rischio e imparare a gestire emozioni complesse adeguate all’età – spiega Elisa Fazzi, Presidente SINPIA, Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Professore Ordinario di Neuropsichiatria infantile dell’Università degli Studi di Brescia e Direttore SC Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, ASST Spedali Civili di Brescia - sono tappe essenziali per lo sviluppo sano di bambini e adolescenti. Un bambino che impara a gestire i rischi affina una delle competenze fondamentali di uno sviluppo neuropsichico ottimale che si chiama resilienza ovvero la capacità di affrontare eventi stressanti o traumatici e riorganizzare in maniera positiva la propria vita anche dinanzi alle difficoltà.

Imparare a gestire i rischi aiuta a sviluppare anche altre competenze come la capacità di prendere decisioni e la fiducia in sé stesso. Esplorando situazioni nuove, il bambino migliora anche la regolazione emotiva, ovvero la modulazione e il controllo delle emozioni, la capacità di affrontare la frustrazione, la paura o l’incertezza e acquisisce una maggiore autonomia".

E se ogni graffio è una lezione e ogni sfida un’occasione per i bambini per conoscersi meglio, cosa possono fare i genitori per lasciargli la libertà di imparare affrontando piccoli rischi, senza correre pericoli? Come è meglio porsi di fronte alle richieste dei bambini di partecipare ad esperienze che possono comportare un rischio?  

pubblicità

"La prima valutazione da fare - evidenzia Elisa Fazzi – è capire se l’esperienza è adeguata all’età ed è ragionevolmente proponibile. La risposta non può essere quella di eliminare il rischio, ma di proporre con intenzionalità e gradualità esperienze che consentano al bambino di sperimentarne la dimensione e le difficoltà. L’abilità del genitore sarà quella di proporre esperienze che richiedano la motivazione, l’impegno e un po’ di sforzo da parte del bambino, ma che nello stesso tempo siano alla sua portata e non troppo difficili. Imparare a camminare, salire e scendere le scale, correre, andare in bicicletta, nuotare e così via. E il genitore dovrà essere capace di essere presente, di accompagnare il figlio incoraggiandolo, ma senza sostituirsi completamente a lui e senza risolvergli sempre il problema anticipandone i bisogni". 

I bambini sono troppo protetti oggi? L’eccessiva protezione è un argomento complesso e spesso oggi dibattuto che tocca aspetti culturali, educativi e sociali. "Da un lato ci sono elementi per dire che nella nostra società i bambini sono più protetti – sottolinea Antonella Costantino, Past President SINPIA e Direttore UONPIA Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano - ma per certi aspetti sono anche sottoposti a molti più rischi rispetto alle generazioni passate. In passato i genitori tendevano a lasciare più libertà ai figli piccoli nei cortili e nei giardini, permettendo loro di imparare dall’esperienza diretta e in una dimensione sociale. Oggi, la protezione eccessiva, spesso alimentata dalla paura di pericoli percepiti o amplificati ad esempio dai media, ha limitato queste opportunità di autonomia. Ci sono inoltre influenze sociali come la pressione culturale a essere "genitori perfetti" e il timore di essere percepiti come genitori che trascurano. Sappiamo, però, che l’iperprotezione può indurre insicurezza e ansia nei bambini, impedendo loro di sviluppare una sana autonomia e la voglia di affrontare esperienze nuove". 

Per non tenere i figli sotto una "campana di vetro", occorre aiutare i genitori a capire che affrontare rischi calcolati è positivo per lo sviluppo dei figli e incoraggiare la riflessione su quanto le loro paure li possano influenzare negativamente. È essenziale bilanciare protezione e autonomia fin dall’infanzia per preparare i bambini e ragazzi a situazioni nuove in età adulta. 

Ecco come fare: 8 consigli dei Neuropsichiatri Infantili di SINPIA

    • Permettere ai bambini di esplorare e affrontare difficoltà proporzionate alla loro età
    • Promuovere il gioco libero sotto la supervisione a distanza di un adulto per aiutare il bambino a sperimentare rischi in un ambiente relativamente sicuro
    • Concedere gradualmente maggiori spazi di azione, in relazione all’età
    • Dare ai bambini l’opportunità di misurarsi con il limite e di tentare di superarlo per offrire loro un sostegno alla costruzione di una buona autonomia, autostima e di un’immagine realistica di sé
    • Imparare a distinguere e valutare i rischi reali rispetto a quelli percepiti
    • Non essere eccessivamente protettivi, una sovraprotezione dei figli potrebbe impedire ai bambini di sviluppare resilienza, capacità di problem-solving e autonomia
    • Educare i bambini alla consapevolezza, fornendo loro strumenti per affrontare il mondo in modo sicuro e autonomo
    • Aiutarli a gestire la paura del fallimento, se i bambini non sperimentano piccoli rischi (cadute, errori, conflitti), possono diventare adulti insicuri e meno capaci di affrontare situazioni difficili

Commenti

I Correlati

Ricercatori giapponesi hanno osservato che l'attivazione di uno stato ipotermico specifico nei topi migliora il recupero motorio dopo il danno cerebrale

Contro la prima causa di disabilità nel mondo, il piano Sin per i prossimi 10 anni punta su prossimità e digitale

Pubblicato il 13 Ottobre sulla rivista scientifica “Molecular Neurodegeneration” lo studio italiano è frutto di una prestigiosa collaborazione multi-istituzionale

Orari più flessibili, supporto ai giovani medici nelle AFT e risorse per il funzionamento delle Case di Comunità in linea con il PNRR. I tempi più complessi rinviati alla prossima tornata contrattuale, adesso è corsa all'accordo

Ti potrebbero interessare

Sin: l’alcol è una sostanza tossica e teratogena in grado di passare sempre la barriera placentare, indipendentemente dall’unità alcolica assunta o dalla frequenza di consumo o dall’epoca gestazionale e raggiunge il feto

Di Mauro: "ogni bimbo è unico e speciale, genitori siano flessibili"

Staiano: "Importante che la comunità e le famiglie siano consapevoli delle sfide che il cambiamento climatico comporta"

Con l'arrivo della stagione estiva e con l'inizio delle tanto sospirate vacanze, la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps) fornisce una serie di raccomandazioni

Ultime News

Più letti