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Arriva Emo.ti.on ecografo a domicilio per gli emofilici

Ematologia Redazione DottNet | 13/02/2018 18:28

Si connette con lo smartphone al centro medico per un pronto intervento

La vita di chi è affetto da emofilia, malattia rara che impedisce la normale coagulazione del sangue, potrebbe migliorare grazie a 'Emo.ti.on', il prototipo di ecografo domiciliare che si connette, tramite pc o smartphone, con i centri diagnostici dove ci sono medici in grado di valutare tempestivamente la gravità del trauma del paziente, e se sia il caso di intervenire per interrompere una eventuale emorragia. Con 'Emo.ti.on', che può essere utilizzato dal genitore di un bambino malato, si potrà evitare la somministrazione preventiva di costosi farmaci e dei relativi effetti collaterali, ridurre i casi di allontanamento del bambino dal contesto familiare e scolastico, e ottimizzare la spesa sanitaria pubblica.

Lo hanno spiegato, a Bari, le imprese che hanno messo a punto il progetto, aggiudicatarie nel 2016 dell'avviso della Regione Puglia 'Cluster Tecnologici Regionali per l'Innovazione'.

Sono la capofila Cle di Bari, Questioncube (start up innovativa di Bari), Sepi di Canosa (Barletta-Andria-Trani), System Project di Andria (Bat), Tecnolab Group di Locorotondo (Bari) e Tecnosoft di Alberobello (Bari). Sono intervenuti, tra gli altri, l'amministratore delegato dei Cle, Mariarosaria Scherillo; la responsabile del Coordinamento regionale malattie rare (Coremar) della Puglia, Giuseppina Annicchiarico; e Paola Giordano, direttore della clinica pediatrica 'Trambusti' dell'ospedale Giovanni XXIII di Bari, dove per un anno è stata condotta la sperimentazione su 12 bambini tra i tre e i dieci anni. In Puglia le persone con malattie rare sono 21mila, mentre sono seimila gli emofiliaci in Italia e 300 in Puglia, in particolare nel territorio di Bari e Martina Franca (Taranto).

Scherillo ha spiegato che il sistema, "attraverso una piattaforma di telemedicina", permette "di comprendere se siamo di fronte a un ematoma banale o a un sanguinamento, e quindi consentire al genitore di potere apportare le cure necessarie a bloccare l'emorragia". "E' un'arma tecnologica per curare precocemente - ha concluso Giordano - e confidiamo nell'ulteriore appoggio da parte della Regione Puglia".

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