Promosso l'olio d'oliva, bocciati l'olio di palma e le carni rosse
Sono i grassi 'cattivi' introdotti con l'alimentazione i principali imputati della 'catastrofe metabolica' che ha portato ad una vera epidemia di obesità e diabete in molti paesi occidentali. Ad affermarlo sono i diabetologi che, con un nuovo documento sui grassi alimentari presentato al Congresso della Società italiana di diabetologia (Sid), danno le istruzioni per l'uso per scegliere i grassi amici della salute e per evitare quelli che aumentano il rischio di diabete e malattie cardiovascolari.
Secondo dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, il numero di persone con diabete nel mondo è passato dai 108 milioni del 1980 ai 422 milioni del 2014. Sul fronte dell'obesità/sovrappeso, gli ultimi censimenti parlano di 2,2 miliardi di persone nel mondo con chili di troppo. Ma a destare preoccupazione sono soprattutto le nuove generazioni.
Da qui la 'ricetta' dei diabetologi: per difendersi a tavola dal rischio del diabete di tipo 2 è dunque importante limitare il consumo di grassi saturi, preferendo i cibi ricchi in grassi mono-insaturi (olio extravergine d'oliva) e poli-insaturi (come gli omega-6 contenuti negli oli di semi di mais, di girasole, di soia, di cotone e di cartamo). Gli alimenti più ricchi di acidi grassi saturi, che andrebbero limitati al massimo, sono il burro, carni rosse, carni processate, uova, cioccolato e altri alimenti contenenti alcuni grassi vegetali quali oli di palma e di cocco. Stesso discorso per i grassi trans (idrogenati), presenti negli oli utilizzati per friggere ad esempio le patatine di fast food, in alcuni prodotti da forno, margarine vegetali, gelati industriali, nella panna non casearia (quella per macchiare il caffè) e carni processate.
Candido: "I dati degli Annali Amd rilevano che solo il 56% delle persone con diabete di tipo 2 raggiunge un valore di emoglobina glicata sotto il 7%, che è il primo grande obiettivo target nel controllo glicemico"
Villa: "Tirzepatide non solo migliora la glicemia, ma supporta anche la perdita di peso, un fattore chiave nella gestione della malattia, rispondendo a un bisogno clinico ancora insoddisfatto"
Tre anni di trattamento con tirzepatide hanno determinato una riduzione di peso sostanziale e duratura e un rischio notevolmente inferiore di progressione verso il diabete di tipo 2
I risultati, pubblicati su The BMJ, aprono nuove prospettive per la gestione e il controllo della malattia
Si tratta di un nuovo farmaco per conservare la funzione beta internazionale: è la ricerca Fabulinus, e quello del pediatrico fiorentino è l'unico centro italiano attivo coinvolto
Soprattutto se rossa e lavorata, analisi su 2 milioni di persone
Con il nuovo sensore FreeStyle Libre 2 Plus le persone possono visualizzare il proprio glucosio con una rapida occhiata al cellulare e prendere decisioni appropriate ora con un’accuratezza migliorata (8,2%) e indicato per l’uso dai 2 anni in su
In Italia, secondo le proiezioni Istat, se proseguisse il trend in crescita degli ultimi decenni, nel 2040 il dieci per cento della popolazione avrà il diabete
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