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Apnee del sonno e demenza, uno studio ne chiarisce il legame

Pneumologia Redazione DottNet | 06/07/2018 12:37

Calo di ossigeno collegato al cambio della struttura cerebrale

L'apnea ostruttiva del sonno, disturbo che consiste in frequenti micropause della respirazione mentre si dorme, è associata a cambiamenti nella struttura del cervello che si osservano anche nelle prime fasi della demenza.  A dimostrare il collegamento è uno studio pubblicato sull'European Respiratory Journal.  Spesso collegata anche all'abitudine a russare, l'apnea ostruttiva del sonno (OSA) è nota per ridurre i livelli di ossigeno nel sangue. I ricercatori dell'Università di Sydney, in Australia, hanno esaminato 83 persone tra i 51 e gli 88 anni, che avevano visitato il proprio medico per problemi di memoria o umore, ma non avevano avuto diagnosi di OSA. Ogni partecipante è stato valutato per le sue capacità cognitive, ha eseguito una risonanza magnetica cerebrale ed è stato monitorato durante la notte con polisonnografia, per registrare attività cerebrale, ossigeno nel sangue e frequenza cardiaca.

I pazienti che avevano bassi livelli di ossigeno nel sangue mentre dormivano tendevano ad avere uno spessore ridotto nei lobi temporali del cervello, caratteristica evidente anche nelle prime fasi di demenza.  Inoltre questa alterazione nel cervello era legata alla scarsa capacità di apprendere nuove informazioni. "Uno screening e un trattamento negli anziani - concludono i ricercatori - potrebbe aiutare a prevenire la demenza in questa popolazione". Oltre che alla demenza, "l'OSA può aumentare il rischio di ipertensione, diabete, infarto e ictus. Tuttavia, possiamo sia trattare il disturbo, che prevenirlo con misure come smettere di fumare e perdere peso", commenta Andrea Aliverti, professore di Bioingegneria al Politecnico di Milano e a capo dell'Assemblea della European Respiratory Society su Fisiologia Clinica e Sonno.

fonte: European Respiratory Journal

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