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Sclerosi multipla, al via lo studio sull'effetto-digiuno nell'uomo

Neurologia Redazione DottNet | 10/07/2018 14:24

Buoni risultati sui topi, ora si cercano 40-60 malati

 Il digiuno può alleviare e migliorare i sintomi della sclerosi multipla? Sui topi sembra di sì, ma sull'essere umano è ancora da dimostrare. Per questo, la ricercatrice italiana Laura Piccio, neurologa della Washington university di St.Louis, sta cercando 40-60 malati, con la malattia in forma remittente, per testare l'effetto del digiuno fatto due volte a settimana.  "La gente sente storie miracolose sui pazienti che riescono di nuovo a camminare dopo aver iniziato una dieta a basso contenuto di carboidrati - spiega Piccio sulla rivista Cell Metabolism - ma ciò che abbiamo finora sono aneddoti. La dieta può essere d'aiuto, ma mancano gli studi che lo dimostrino". La sperimentazione a cui vuole lavorare, che durerà 12 settimane, servirà a testare l'effetto del taglio di calorie, due volte a settimana, sul sistema immunitario e il microbioma intestinale.

Nei topi infatti, la stessa ricercatrice aveva visto che un digiuno di questo tipo riduceva i sintomi, come la paralisi e le difficoltà a camminare, mentre in altri comparivano più tardi e meno gravi.

Inoltre, i topi che avevano digiunato sembravano avere meno cellule infiammatorie nel sistema immunitario. Durante lo studio metà dei volontari seguirà la dieta normale durante la settimana, mentre l'altra metà lo farà per 5 giorni e negli altri due consumerà solo 500 calorie di verdure. "Ci sono molti modi in cui il digiuno può influire sull'infiammazione e la risposta immunitaria - continua Piccio - Uno è cambiando i livelli ormonali. Nei topi che avevano digiunato i livelli dell'ormone antinfiammatorio, il corticosterone, erano doppi". Gli effetti della dieta possono essere anche sul microbioma, cioè i microbi che vivono nell'intestino, fondamentali per digerire, sintetizzare vitamine e amminoacidi, e aiutare il sistema immunitario a svilupparsi. Dopo 4 settimane, i topi che avevano digiunato avevano infatti una tipologia di batteri più vari, e una maggiore quantità di Lactobacilli, associati a sintomi più lievi della sclerosi multipla. 

fonte: ansa

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