Canali Minisiti ECM

Smettere di fumare riduce l'infiammazione ma solo dopo diversi anni

Oncologia Redazione DottNet | 10/09/2018 16:16

Studio dell'Istituto Tumori, importante abolire le sigarette il prima possibile

Smettere di fumare ha un effetto favorevole nel ridurre i valori della proteina C reattiva, un importante marcatore di infiammazione. Il vantaggio non è però evidente a breve termine, ma solo dopo diversi anni dalla cessazione del fumo. La scoperta arriva dai ricercatori dell'Istituto Nazionale dei Tumori (Int) di Milano, ed è stata pubblicata sulla rivista Scientific Reports.  "La proteina C reattiva, o PCR - spiega Ugo Pastorino, direttore della Chirurgia Toracica all'Int - è un marcatore importante dell'infiammazione acuta o cronica, che si associa a un alto rischio di mortalità per malattie croniche polmonari, cardiovascolari e per molti tumori. Questo studio dimostra che smettere di fumare è utile anche dopo i 50 anni, ma che è possibile abbattere il rischio in chi ha una PCR elevata agendo sugli altri fattori che possono ridurla, come alcuni farmaci anti-infiammatori, una dieta più sana, e una regolare attività fisica".

  Lo studio è stato condotto su oltre 3.000 fumatori in collaborazione con l'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano: "In quello che è il più ampio studio prospettico disponibile finora - aggiunge Silvano Gallus, del Laboratorio di Epidemiologia degli Stili di Vita al Mario Negri - abbiamo dimostrato che la cessazione del fumo ha un effetto favorevole, sebbene a lungo termine, nel ridurre i valori della PCR. Dal momento che ci vogliono diversi anni perché la PCR si riduca, lo studio ribadisce l'importanza di smettere di fumare il più presto possibile".

fonte:  Scientific Reports

Commenti

I Correlati

I risultati di uno studio della Fondazione Tettamanti e dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII sono stati pubblicati sul “Blood Cancer Journal”

Da Lilly arriva “The Life Button” un bottone per non “perdere il filo” delle cure

La borsa di studio arriva a quattro anni dalla scomparsa della presidente di Acto Campania, vittima di un tumore eredo familiare varata grazie proprio al suo impegno

Per la prima volta, i ricercatori cercheranno di individuare una “firma”, cioè un biomarcatore multimodale non invasivo di ipossia, per indirizzare in maniera più appropriata i pazienti che lo necessitano verso la radioterapia con particelle pesanti

Ti potrebbero interessare

Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia

Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti

Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica

I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib

Ultime News

Più letti