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Australia, alterando il sistema immunitario di evita il rigetto

Infettivologia Redazione DottNet | 07/04/2009 14:00

Scienziati australiani hanno scoperto una maniera di alterare il sistema immunitario abbastanza a lungo per prevenire il rigetto di tessuti nel trapianto di organi, un risultato che promette di ovviare alla necessità di ricorrere per il resto della vita a farmaci immunosoppressivi.

Gli immunologi dell'Istituto Garvan di ricerca medica in Sydney, il cui studio è pubblicato su Journal of Experimental Medicine, hanno modificato il sistema immunitario di topi iniettando una miscela di molecole e anticorpi prima di trapiantare un innesto di cellule insulari, le cellule che producono insulina nel pancreas. Dopo due settimane l'80% dei topi aveva accettato il trapianto, e continuava ad agire come se le cellule fossero loro, senza richiedere farmaci immunosoppressivi, fino a 10 mesi. 'Questo tasso di accettazione è molto alto per i trapianti, dato che i topi normalmente rigettano gli innesti entro due o tre settimane'', scrive il prof.

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Jonathan Sprent, che ha guidato la ricerca. Normalmente il sistema immunitario riconosce l'organo o il tessuto trapiantato come materiale estraneo e tenta di distruggerlo con le cellule killer T, che combattono anche i batteri e i virus.. Per prevenire il rigetto, chi ha ricevuto un trapianto deve assumere per tutta la vita potenti farmaci immunosoppressivi come la ciclosporina, che rendono la persona vulnerabile a infezioni, tumori, lesioni renali e ipertensione.

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