Riconoscere un tumore sul nascere con un'analisi del sangue: lo sanno fare le nanosfere realizzate nell'ambito del Programma di collaborazione promosso nel 2003 dai ministeri di Italia e Stati Uniti su oncologia, malattie rare, malattie infettive e bioterrorismo.
Le nanosfere sono state messe a punto negli Stati Uniti da Alessandra Luchini, borsista del programma Italia-Usa presso il gruppo di Proteomica dell'università George Mason (Virginia) diretto da Emanuel Petricoin. ''Nei primi test si sono rivelate un efficace strumento antidoping perchè hanno riconosciuto l'ormone della crescita nel sangue e nelle urine a distanza di una settimana'', ha detto Ruggero De Maria, dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), coordinatore del Programma Italia-Usa per la parte oncologica con Claudio Belluco, del Centro di Riferimento Oncologico (Cro) di Aviano (Pordenone). Le nanoparticelle, spiega De Maria, sono trappole anti-tumore: ''al loro interno c'è un'esca che cattura alcuni tipi di marcatori tumorali e si lega ad essi''. Riesce a scovarli nel sangue, dove nessuna tecnica oggi disponibile riesce a vederli, diluiti come sono.
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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