Sono un 'tesoretto' capace di far diminuire mediamente del 30% il rischio di malattie urologiche come l'ingrossamento della prostata e la disfunzione erettile
Esercizio fisico costante e stili di vita sani, se praticati da giovani, cominciando prima dei 25 anni, costituiscono una sorta di 'tesoretto' capace di far diminuire mediamente del 30% il rischio di malattie urologiche come l'ingrossamento della prostata (iperplasia prostatica benigna - Ipb) e la disfunzione erettile (De). Il dato emerge dai risultati della terza edizione della campagna #Controllati2018, promossa dalla Società Italiana di Urologia (Siu) tra il 17 ottobre e il 30 novembre. Sono state fatte 7300 visite in 159 centri italiani. In particolare, come ha precisato Walter Artibani, segretario generale della Siu, in 79 centri durante le visite sono state compilate oltre 2800 schede da parte di uomini con età media 55 anni, incentrate sul confronto fra lo stile di vita e l'attività fisica praticati all'età di 25 anni e al momento della visita.
"Si riconferma - continua Parazzini - l'impatto importante del peso extra sulla salute della prostata. L'obesità prima dei 25 anni accresce del 32% la probabilità di iperplasia della prostata benigna, e fino al 41% se la condizione è presente allo stato attuale. Non solo: l'indagine evidenzia anche che la 'sindrome metabolica' (coesistenza di alcuni fattori che favoriscono la possibilità di sviluppare malattie cardiovascolari e diabete, ndr) influenza il rischio del 48% di manifestare iperplasia della prostata benigna da adulti. E stesso impatto si è registrato per la disfunzione erettile, riducibile del 20% - dice Parazzini - con l'attività fisica prima dei 25 anni". Con la campagna sono stati rilevati 744 casi di iperplasia della prostata benigna, di cui il 31% di nuova diagnosi, presente soprattutto nelle fasce di popolazione più giovane e osservati 650 pazienti con De (23% dl totale) di cui oltre il 44% già in terapia farmacologica.
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