Lo rivela un lavoro che sarà pubblicato nell’ultimo numero della rivista internazionale Archivio Italiano di Urologia e Andrologia dal titolo Metastatic cancer to the penis: a multi-institutional comprehensive analysis of 31 patients
I Tumori della prostata, della vescia, del rene, della cute e dell’intestino, in particolare il colon e alcune malattie tumorali del sangue possono dare metastasi al pene. E’ quanto si sostiene in un lavoro che sarà pubblicato nell’ultimo numero della rivista internazionale Archivio Italiano di Urologia e Andrologia dal titolo Metastatic cancer to the penis: a multi-institutional comprehensive analysis of 31 patients, ma che, il cui abstract è già reperibile su PUBMED, che ha coinvolto tutti i reparti di Urologia della Liguria, compresa la Clinica Montallegro di Genova I ricercatori Liguri, coordinati dal prof Aldo Franco De Rose, e dal dott Gallo, per arrivare a queste conclusioni, assieme ai colleghi urologi e anatomopatologi, hanno analizzato le cartelle cliniche e gli esami istologici di soggetti operati di metastasi al pene negli ultimi 10 anni.
"In totale, dice il prof Aldo Franco De Rose (nella foto), Presidente dell’Associazione Andrologi Italiani, che da qualche anni svolge l’attività clinica e chirurgica presso la Clinica Montallegro di Genova, abbiamo operato 31 soggetti con metastasi al pene. Si tratta della casistica più corposa presente in letteratura mondiale, se si esclude un lavoro spagnolo che aveva però coinvolto ricercatori di 5 continenti e il numero di soggetti con metastasi al pene superava di poco il centinaio"
Ma allora si tratta di una malattia sottostadiata?
"E’ possibile, aggiunge De Rose, in quanto, in alcuni casi, pochi per la verità , può essere scambiata per una malattia benigna del pene, l’induratio penis plastica, oppure perché la diffusione metastatica avviene quando sono stati già interessati altri organi vitali e quindi nelle fasi terminali per cui il problema pene può passare inosservato" "La metastasi al pene, precisa infatti il dott Fabrizio Gallo, co-coordinatore dello studio e Dirigente Medico dell’Urologia di Savona, si presentano, in quasi il 85% dei casi nella fase di maggiore diffusione delle malattia principale, ma è anche vero che, come riportato nel lavoro, almeno in un caso, le metastasi al pene, sono insorte contemporaneamente all’esordio del tumore principale. Dunque attenzione"
"Il sintono principale, precisa De Rose, è il dolore al pene, spesso resistente anche agli oppiacei, ed ematuria, cioè presenza di sangue nelle urine; in altri casi abbiamo riscontrato l’insorgenza di erezione spontanea e dolorosa, dovuta all’infiltrazione massiva dei corpi cavernosi di metastasi da parte di tumore vescicale". "Ma attenzione a quei casi in cui la sintomtologia è più lieve, aspecifica; infatti in più di un caso le metastasi al pene possono essere scambiate, almeno nelle prime fasi, con l’Induratio penis Plastica, che nel 40% dei casi può esordire proprio con l’indurimento in una zona del pene e quindi il dolore al pene; in questi casi, qualora il dolore insorga in un soggetto con storia clinica di tumore, di qualsiasi genere, dovrebbe essere sempre valutato attentamente ed eseguire almeno una ecografia del pene. Una diagnosi precoce consentirebbe infatti di eseguire una chirurgia conservativa o ricostruttiva , con notevoli vantaggi psicologici per il PZ già provato per la malattia principale che in molti casi ha interessato già uno o più organi e necessita di trattamenti chemioterapici".
"Il trattamento, concludono i due coordinatori dello studio, De Rose e Gallo, va sempre studiato caso per caso, considerando anche e soprattutto la diagnosi di partenza e lo stato generale della patologia".
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