Mobilità regionale delle coppie infertili allarmante: 26,5% per la fecondazione omologa e 38,5% per la fecondazione eterologa
Si è svolto a Roma l’evento nazionale promosso dalla SIRU (Società Italiana della Riproduzione Umana) "Applicazione dei Lea nella RMA in Italia: a che punto siamo?", che nasce dall'urgenza di fare il punto sullo stato dell'arte dell'applicazione dei Livelli Essenziali di Assistenza nella Riproduzione Medicalmente Assistita, ponendo a confronto diretto medici, amministratori, giuristi, rappresentanti delle istituzioni e pazienti.
Nonostante l'entrata in vigore il 1° gennaio 2025, dopo 8 anni di attesa, l'applicazione pratica dei LEA nella RMA a livello nazionale rimane disomogenea e frammentata: le disparità regionali nell'interpretazione delle norme, le differenze nei requisiti di accesso, la scarsità di centri pubblici e i tempi di attesa sempre più lunghi creano barriere significative per le coppie infertili che cercano di realizzare il loro progetto di genitorialità attraverso la RMA, generando disuguaglianze che compromettono il principio di equità dei LEA garantiti dal Servizio Sanitario Nazionale.
"In Italia si registra una fortissima mobilità regionale delle coppie infertili dalle regioni del sud a quelle del nord Italia per accedere ai trattamenti di RMA in regime di SSN e in tempi brevi: si parla del 26,5% per la RMA omologa e si arriva al 38,5% per la fecondazione eterologa. Si tratta di un fenomeno allarmante se si confronta con i dati ufficiali che considerano fisiologica una mobilità dell’8% e patologica se arriva al 12%", dichiara il Dottor Antonino Guglielmino (nella foto), ginecologo e fondatore della SIRU.
"La fortissima mobilità regionale è causata dal fatto che in Italia non ci sono regioni che, malgrado i LEA, riescano a soddisfare la domanda delle coppie infertili che desiderano realizzare il progetto di genitorialità, a eccezione della Toscana e della Lombardia che sono da sempre due esempi di regioni virtuose dove le prestazioni vengono erogate con un buon equilibrio tra centri pubblici, centri privati convenzionati e centri privati", commenta il Dottor Egidio Fino, andrologo e Presidente della SIRU.
L’applicazione dei LEA nel resto delle regioni italiane dovrebbe seguire l’esempio toscano e lombardo.
"La via più rapida per un’applicazione concreta dei LEA in tutta Italia, sarà quella di rendere le strutture pubbliche capaci di soddisfare le richieste dei cittadini e convenzionare i centri privati esistenti che abbiano i requisiti per l‘accreditamento. Molto poi si dovrà fare in termini di informazione alle giovani generazioni, prevenzione, facilitazione dell’accesso a strutture di prossimità, ovvero gli ambulatori dei medici di medicina generale e i consultori. Senza un forte impegno delle Regioni il decreto Lea resterà un sogno irrealizzabile e la cura dell’infertilità un diritto precluso a migliaia di coppie", afferma il Dottor Guglielmo Ragusa, ginecologo e Presidente SIRU.
In Europa abbiamo esempi di Paesi, come la Svezia, in cui la riduzione o addirittura l’eliminazione dell'aiuto dello stato ha fatto crollare le richieste di assistenza alla riproduzione. "Se in Italia potessimo garantire le cure a tutte le coppie infertili, la domanda dei trattamenti di riproduzione assistita aumenterebbe del 30%. In un paese come il nostro che si caratterizza per una grave crisi demografica, garantire la possibilità di accesso di tutte le coppie ai trattamenti di RMA, porterebbe a un aumento delle nascite che potrebbe contribuire a far registrare un'inversione di tendenza", aggiunge la Prof. ssa Paola Piomboni, biologa-embriologa e Presidente SIRU.
"La piena ed effettiva attuazione dei LEA deve occupare un posto centrale nell’agenda politica del governo nazionale e di quelli regionali, senza che la classe politica si possa schermire dietro il paravento della limitatezza delle risorse economiche. La Corte costituzionale, ormai da tempo, ha precisato che «È la garanzia dei diritti incomprimibili ad incidere sul bilancio, e non l’equilibrio di questo a condizionarne la doverosa erogazione» (sent. 275/2016). Dall’effettiva erogazione dei LEA dipende dunque la garanzia dell’eguaglianza tra gli individui e, di riflesso, della loro libertà. Non bisogna dimenticare infatti che le disparità di trattamento creano dipendenze e favoriscono un approccio clientelare". In questi termini si esprimono il Professore Giacomo D’Amico, costituzionalista e presidente dell’Associazione Hera e la Dottoressa Maria Vitale, Agenzia di valutazione civica, Cittadinanzattiva. "Per questa ragione – aggiungono D’Amico e Vitale – in occasione dell’incontro dell’11 giugno saranno illustrati i possibili percorsi di tutela giurisdizionale dei diritti dei pazienti a ottenere l’effettiva erogazione dei LEA".
"Solo attraverso un confronto aperto e multidisciplinare, mettendo al centro le esigenze del paziente, sarà possibile avviare una nuova stagione di alleanze tra Medicina, Istituzioni e cittadinanza, per tutelare realmente il diritto alla coppia di scegliere liberamente di costituire una famiglia con figli e garantire il diritto alla salute riproduttiva – conclude il Dottor Luigi Montano, uroandrologo e Past President SIRU"
L'evento si è aperto con una dichiarazione di solidarietà e sostegno, seguita da un minuto di silenzio, a tutti i bambini e ai genitori vittime della guerra: a quelli di Gaza, ma anche a quelli ucraini e a tutti i genitori e figli che oggi vivono in aree teatro di conflitto e di sofferenza.
"In questo incontro tra operatori della riproduzione umana, istituzioni e pazienti, impegnati nella lotta per l’assistenza riproduttiva non potevamo non manifestare il nostro sostegno nei confronti di quelle famiglie distrutte nel loro progetto genitoriale con la perdita indiscriminata di genitori e figli – dichiarano i Presidenti SIRU - I conflitti attuali, oltre al danno irreparabile inflitto a genitori e figli, creano anche imbarazzo nei rapporti scientifici tra i paesi, ostacolando il giusto progresso della scienza e la condivisione di conoscenze essenziali per salvaguardare la fertilità e i diritti riproduttivi. Chiediamo con il massimo della nostra determinazione a tutte le istituzioni nazionali e internazionali di fare ogni sforzo per fermare la distruzione dei progetti genitoriali e garantire a bambini e genitori una esperienza di crescita e futuro per loro e per tutti noi".
IRCCS Burlo G. e UniTrieste per pazienti pediatriche oncologiche
Al Bambino Gesù grazie a tecnica mai usata prima in pediatria
"La genitorialità non è un privilegio. Non è accettabile che per diventare genitori si debba affrontare una battaglia legale o prendere un aereo per andare all'estero"
Fino al 22% la riduzione delle probabilità di successo provocata dal ritardo di 12 mesi nell’avvio ai trattamenti di riproduzione assistita
Il Polygenic Risk Score come nuovo strumento per la diagnosi precoce di una condizione che affligge fino al 18% delle donne
La vitamina D influisce sulla qualità degli ovociti, l’aumento della melanina regolarizza il ciclo mestruale, i ritmi più rilassati migliorano l’intimità
Con 'Ascot' per il ringiovanimento ovarico il 7% di successi
Lo studio IVI approfondisce la tecnica ASCOT per il ringiovamento ovarico, con una versione in 4 fasi che costituisce il trampolino per progettare trattamenti più efficaci e personalizzati per le pazienti con riserve ovariche compromesse
Commenti