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Liste d'attesa, regioni e Asl lontane dalla trasparenza prevista

Sanità pubblica Redazione DottNet | 13/05/2019 20:18

Gimbe, solo 9 hanno un portale interattivo, nessuna ha i dati aggiornati

 Le Regioni e le aziende sanitarie sono ancora all' anno zero (o quasi) in fatto di trasparenza dei siti web su liste e tempi d' attesa nel Servizio sanitario nazionale. In un decennio solo nove amministrazioni - 8 Regioni e la Provincia autonoma di Bolzano - hanno attivato portali interattivi sulla liste d' attesa e comunque nessuna fornisce tutte le informazioni utili e richieste dalla legge: sia i dati sulle performance regionali sia i tempi delle strutture per ciascuna prestazione, con indicazione della prima disponibilita' per il cittadino. A fare il punto e' la Fondazione Gimbe, che ha realizzato un monitoraggio indipendente sulla rendicontazione pubblica di tempi e liste. Un obbligo gia' previsto dal Piano nazionale liste d' attesa 2010-2012 e confermato dall' ultimo Piano approvato a febbraio, ma rimasto per lo piu' sulla carta.

La strada per introdurre più trasparenza nella gestione delle liste d'attesa è stata, dunque, intrapresa. Ma non sarà breve.

Intanto, a puntare il dito contro Cup in cui è impossibile persino prendere la linea, è lo stesso ministro della Salute Giulia Grillo. "Ho provato a chiamarne uno per una mattinata intera, ma nessuno ha risposto", afferma. E ribadisce: "dal primo giorno del mio insediamento ho dichiarato guerra alle liste d'attesa".  La rendicontazione relativa alle 43 prestazioni ambulatoriali per monitorare l'attuazione del Piano Nazionale per la Gestione delle Liste d'Attesa (Pngla) 2010-2012, precisa il rapporto, "è ancora lontana da standard ottimali ed estremamente variabile tra le diverse Regioni, nonostante il netto miglioramento". In particolare, 9 Regioni (PA di Bolzano, Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana, Valle d'Aosta) dispongono di portali interattivi. Ma dalla loro analisi "emerge la notevole eterogeneità di struttura e funzioni da cui deriva la differente utilità per l'informazione al cittadino".

C'è poi un altro gruppo di 8 regioni che forniscono alcune informazioni, ma non aggiornate (Provincia autonoma di Trento, Abruzzo, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto). Tre regioni (Campania, Sicilia, Umbria) rimandano ai siti web delle aziende sanitarie senza effettuare alcuna aggregazione dei dati e, infine, la Calabria, che non fornisce alcuna informazione sui tempi di attesa. L'auspicio, precisa il presidente Gimbe Nino Cartabellotta, "è che i risultati del nostro studio vengano utilizzati, a livello istituzionale, per riallineare sistemi regionali e aziendali, fornendo così una base univoca di dati per confrontare le performance". Questo sarà utile soprattutto alla luce nel nuovo Piano per il Governo delle Liste d'Attesa 2019-21, approvato pochi mesi fa e che punta molto sulla trasparenza. "Abbiamo reso disponibili 350 milioni per il passaggio al digitale - ha precisato il ministro - perché ci rendevamo conto che il problema era lì. Poi per fare gli adeguamenti tecnici occorre del tempo, non si fanno in due mesi". Intanto ci sono, però, altre cose su cui lavorare.   "L'efficienza delle liste d'attesa - ha sottolineato in un post su Facebook - passa innanzitutto attraverso i Cup. Per verificarne il funzionamento ne ho chiamato uno, ma nessuno ha risposto alle mie telefonate". Per monitorare l'efficienza delle liste d'attesa, ricorda il ministro invitando i cittadini ad utilizzarlo, "è attivo il 1500, un numero di pubblica utilità attraverso il quale segnalare i disservizi".

Gli strumenti per implementare e monitorare la trasparenza sul web non mancano, a cominciare dall' Osservatorio nazionale sulle liste d' attesa istituito dal Piano 2019-2021. Ma, soprattutto, le Regioni hanno ora a disposizione il tesoretto da 400 milioni di euro che il Governo ha destinato per il triennio proprio alla gestione delle liste d' attesa. Servira' a implementare e ammodernare le infrastrutture tecnologiche legate ai sistemi di prenotazione elettronica delle prestazioni. L' obiettivo e' che le delibere non restino sulla carta, sia a livello regionale che aziendale: secondo Gimbe solo il 18% delle 269 aziende sanitarie rende disponibile il piano attuativo per il contenimento delle liste d' attesa. 'E' chiaro che tutto cio' che non viene reso pubblico, per definizione non esiste', ricorda Cartabellotta. 'La speranza e' che con il nuovo Piano - conclude - le Regioni si decidano a dar conto ai cittadini del loro operato e dei servizi disponibili. Includere il rispetto dei tempi d' attesa tra gli indicatori di monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza potrebbe essere la via. Altrimenti non ne veniamo fuori'.

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