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Medici di famiglia, per le cure primarie occorrono i team

Medicina Generale Redazione DottNet | 20/05/2019 21:16

Scotti: aumentare il numero di Mmg. Anaao: il decreto calabria non va convertito senza garanzie sull'occupazione medica

Dopo il G7 dei ministri della Salute, la Federazione italiana dei Medici di Medicina generale (Fimmg) torna a chiedere un numero maggiore di medici di famiglia e la creazione di team per le cure primarie. "Serve l'incremento delle risorse per il finanziamento dei team multiprofessionali in cui il medico di famiglia riorganizzi le attività assistenziali con l'aiuto del proprio personale infermieristico e amministrativo, oggi possibile in una percentuale di casi ridicola, e in cui possa essere prevedibile anche l'integrazione con diverse figure di supporto per la riabilitazione e l'assistenza sociale", spiega il segretario nazionale della Fimmg Silvestro Scotti.

E fa riferimento anche alla relazione dell'Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) al G7 che: "riassume puntualmente tutte le sfide che da anni abbiamo lanciato alle istituzioni per il rilancio del Servizio sanitario nazionale attraverso la valorizzazione del ruolo della Medicina Generale". Si tratta di aspetti che insieme - secondo il segretario Fimmg - possono essere riassunti nell'introduzione, nella prossima Convenzione di aggregazioni funzionali, in un modello organizzativo che deve mantenersi equo, diffuso e di qualità anche a fronte della diminuzione del numero di medici.

"Le premesse a tutto questo sono già presenti negli atti legislativi e sul tavolo delle trattative - sottolinea - ma rischiano di restare lettera morta in assenza di nuovi investimenti che devono trovare fonti di finanziamento nella riduzione dell'Iva al 4% per l'acquisto di strumentazioni diagnostiche da parte della medicina di famiglia e nel creare, attraverso una formazione specifica per collaboratori di studio medico, decine di migliaia di posti di lavoro qualificati".

Sulle carenze anche il sindacato dei medici Anaao Assomed fa appello a tutti i gruppi parlamentari affinché il decreto Calabria non venga convertito senza offrire una soluzione alla crisi dell'occupazione medica in atto: "A nessuno sarà perdonata la perdita di questa occasione". "L'emendamento al Dl Calabria presentato dal gruppo del M5S alla Commissione Affari Sociali della Camera rappresentava un tentativo lungimirante di offrire alla carenza di medici specialisti una soluzione alternativa agli escamotage messi in campo dalle singole regioni. Il suo ritiro, su richiesta della relatrice, rappresenta un fatto grave che, se confermato, smentisce le buone intenzioni", scrive in una nota Carlo Palermo, Segretario Nazionale di Anaao Assomed.

"La carenza di Medici specialisti - aggiunge - è tale da ridurre pesantemente quantità e qualità delle prestazioni sanitarie erogate, con buona pace del dichiarato interesse alla riduzione delle liste di attesa. Con il rischio non remoto di portare alla chiusura molti servizi, a cominciare dai pronto soccorso, se è vero come è vero che Campania e Puglia avranno bisogno nei prossimi anni di 1.400 specialisti in medicina d'urgenza solo per supplire alle uscite pensionistiche previste". "Ora occorre - auspica Palermo - un sussulto di responsabilità per ripresentare l'emendamento in Aula. Il ministro Grillo deve mettere in campo tutto il peso che le deriva dall'avere in affidamento la tutela di un settore che vale 11 punti di Pil e 2 milioni di posti di lavoro". "Se si vuole salvaguardare presente e futuro della più grande infrastruttura sociale del Paese - dice ancora il segretario di Anaao - occorre partire dal suo capitale umano e dal miglioramento delle condizioni in cui esercita il proprio lavoro, aprendo le porte ai giovani. Una soluzione nazionale ad una questione nazionale serve ora, non a futura memoria".

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