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Cancro al fegato, a Napoli tre nuove tecnologie

Oncologia Redazione DottNet | 02/07/2019 14:21

Le tecnologie all' avanguardia sono state acquisite per il Dipartimento di Gastroenterologia, Endocrinologia e Chirurgia endoscopica, diretto da Giovanni Domenico De Palma

 Pianificazione tridimensionale dell' intervento chirurgico, valutazione della funzionalità del fegato affetto da cirrosi e chirurgia laparoscopica guidata dalla fluorescenza: questo è il trittico delle tecnologie innovative per il trattamento dei tumori del fegato adottate dall' Azienda ospedaliera universitaria Federico II di Napoli. Le tecnologie all' avanguardia - riferiscono dall' Aou - sono state acquisite per il Dipartimento di Gastroenterologia, Endocrinologia e Chirurgia endoscopica, diretto da Giovanni Domenico De Palma, seguendo l' approccio dell' Health Technology Assessment che valuta l' impatto delle tecnologie innovative negli ambiti ospedalieri secondo analisi multidisciplinari e multidimensionali, applicato dall' Ingegneria clinica aziendale, guidata dall' ingegnere Antonietta Perrone.

"Attualmente - sottolinea una nota - l' Aou Federico II è l' unico centro italiano che applica contestualmente queste nuove tecnologie per la pianificazione e l' esecuzione di interventi di chirurgia epatica". Un investimento di circa 250 mila euro per rendere più sicuri gli interventi oncologici e facilitare il lavoro del chirurgo soprattutto durante gli approcci mininvasivi, a garanzia del miglioramento continuo della qualità dell' assistenza.

"Le nuove tecnologie innovative per il trattamento dei tumori del fegato, già sperimentate in precedenza presso l' Università di Gand in Belgio, sono state importate e trasferite all' Aou Federico II di Napoli dall' équipe di chirurgia epato-bilio-pancreatica e mininvasiva coordinata dai professori Roberto Ivan Troisi e Roberto Montalti e d' ora in avanti tali metodiche saranno applicate per il trattamento chirurgico di pazienti affetti da tumori primitivi e secondari del fegato", afferma De Palma. Le ricostruzioni tridimensionali virtuali del fegato consentono di valutare chiaramente nella fase pre-operatoria i rapporti fra i noduli tumorali epatici e le strutture vascolari-biliari. Permettono inoltre di stampare, con opportune stampanti 3D, modelli da poter utilizzare durante l' intervento chirurgico come base di partenza delle resezioni mininvasive con ausilio della realtà aumentata.

"La fluorescenza permette di evidenziare in maniera immediata tutti i tipi di tumore del fegato (epatocarcinomi, metastasi, tumori delle vie biliari) durante la chirurgia laparoscopica e robotica, ma anche durante la chirurgia tradizionale, cosiddetta a cielo aperto - precisa Troisi - In assenza di controindicazioni il verde indocianina, sostanza già applicata in campo oculistico per lo studio della retina, viene iniettata al paziente pochi giorni prima dell' intervento o durante l' operazione. La sostanza viene captata selettivamente dai tumori epatici e, grazie alla sua fluorescenza naturale, li rende visibili con l' utilizzo di opportune telecamere a infrarossi. Inoltre, il verde indocianina viene usato anche per valutare le riserve funzionali nel caso di resezioni epatiche estese ed in pazienti in fegati con alterazioni strutturali".

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