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Regioni: contro la carenza medici neo laureati e anziani

Sanità pubblica Redazione DottNet | 26/09/2019 19:49

Tra i provvedimenti d' emergenza, l' arruolamento nel Servizio sanitario nazionale di tutti i diecimila camici bianchi oggi bloccati nell'"imbuto formativo"

Medici specializzandi, contratti autonomi, ed in corsia fino a 70 anni: queste alcune delle proposte per affrontare la carenza dei medici che la Conferenza delle Regioni ha approvato con un documento in 16 punti che sarà trasmesso al ministro della Salute. Secondo le proposte delle Regioni, nel prossimo triennio i medici senza specializzazione potranno accedere in soprannumero al SSn, garantendo loro di conseguire una scuola di specializzazione sulla base di protocolli d'intesa tra Regione ed Università. Si prevede poi l'assunzione di camici bianchi con incarichi di lavoro autonomo quando è impossibile individuare medici dipendenti o convenzionati, e anche specializzandi all'ultimo anno di corso con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato con orario a tempo parziale.

  "Per il prossimo triennio - si legge nel documento - possibilità per i medici di accedere al Servizio Sanitario Nazionale, oltre che con il diploma di specializzazione, anche con la laurea e l'abilitazione all'esercizio professionale, stabilendo l'utilizzo di questi professionisti all'interno delle reti assistenziali, per lo svolgimento di funzioni adeguate alle competenze possedute".

Il documento spiega che "la Regione potrà anche organizzare o riconoscere percorsi formativi dedicati all'acquisizione di competenze teorico-pratiche negli ambiti di potenziale impiego". Ancora: "I medici assunti accederanno in soprannumero, per esigenze del Servizio sanitario regionale, ad una scuola di specializzazione sulla base di protocolli d'intesa tra Regione ed Università che disciplineranno il numero di accessi e le modalità di frequenza al corso". E "dovrà in particolare essere previsto lo svolgimento presso l'Università della parte teorica e presso l'Azienda di appartenenza della parte pratica e di tirocinio, garantendo a quest'ultima almeno il 70% del complessivo impegno dello specializzando". 

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Stando alle proposte della Conferenza delle Regioni inoltre, "Si potrebbe pensare di modificare la norma secondo cui i dirigenti medici, raggiunti i 65 anni o i 40 di servizio, devono cessare, consentendo a tutti i medici di rimanere in servizio fino a 70 anni, su base volontaria, compatibilmente con lo stato di salute e previa valutazione aziendale". Il documento della Conferenza delle Regioni non è piaciuto al più grande sindacato dei medici dirigenti Anaao Assomed, che contesta sia il punto che riguarda i neolaureati che i medici autonomi in corsia. "In Italia ci sono 9 mila specializzandi di Medicina al quarto e quinto anno di corso con contratto a tempo determinato. Non c'è bisogno di prendere medici laureati al primo anno di specializzazione per risolvere la carenza di camici bianchi: basta utilizzare anche solo 5 mila di quei ragazzi che sono praticamente a fine percorso per affrontare la situazione". Il segretario nazionale Carlo Palermo conclude con un no deciso alla possibilità che in corsia ci finiscano anche medici con contratti autonomi.

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