Associazione Coscioni, la parola va al Tar: 'Ritardo di 17 mesi. Il 16 dicembre udienza sul ricorso'. Appello a Speranza
Nuovo capitolo sul fronte del fine vita. Fissata per il 16 dicembre l'udienza del ricorso al Tar contro il ministero della Salute per la mancata istituzione della Banca Dati Nazionale delle Disposizioni anticipate di trattamento (Dat). Ad annunciarlo l'Associazione Luca Coscioni sottolineando che il decreto doveva essere emanato entro il 30 giugno 2018. La banca dati, spiega Filomena Gallo, "è essenziale per consentire che le Dat siano utili anche a chi non dispone di un fiduciario e assicurino il deposito anche delle videoregistrazioni per chi non può firmare". E la stessa associazione, riunita in congresso a Bari, si rivolge al ministro della Salute, Roberto Speranza: "Intervenga prima dei magistrati".
"La mancata emanazione dei decreti - spiega ancora Filomena Gallo, segretario dell'Associazione Coscioni - pregiudica il diritto dei cittadini a rendere noto ai sanitari il proprio testamento biologico e a veder rispettate le proprie volontà nelle scelte di fine vita.
"Per questo - spiega Ass. Coscioni - dopo aver diffidato il ministero della Salute per l'inadempienza, l'Associazione Coscioni è passata ad un vero e proprio ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, con l'auspicio che il ministro Speranza sani l'inadempienza del ministero prima dei magistrati". Il ricorso, redatto e firmato dagli avvocati Giulia Crivellini, Dario Capotorto, Corinna Fedeli e Filomena Gallo, è stato assegnato alla Sezione Terza-quater del Tar Lazio. La Conferenza Stato-Regioni, infine, riferisce ancora l'associazione Coscioni, ha già dato parere favorevole al decreto del ministero della Salute per la creazione della Banca dati nazionale sulle Dat, "parere che esauriva tutti i passaggi formali obbligatori per l'emanazione del decreto". Secondo gli ultimi dati disponibili, sono 761 le persone che, dal 2015, si sono rivolte all'Associazione Coscioni per chiedere informazioni su come ottenere il suicidio assistito all'estero mentre secondo l'Associazione Exit-Italia, in media, sono circa 100 l'anno gli italiani che chiedono e in vari casi ottengono il suicidio assistito in Svizzera.
Ed è di qualche giorno fa la decisione del Tribunale di Roma secondo la quale si può chiedere lo stop delle cure senza testamento biologico se il malato ha espresso la volontà a un proprio rappresentante. Mentre, dopo la pronuncia della Corte Costituzionale del 25 settembre scorso secondo la quale è lecito l'aiuto al suicidio in casi come il Dj Fabo, è partita una petizione promossa da Provita&famiglia per chiedere al presidente del consiglio Conte e ai presidenti di Camera e Senato "di non legiferare su suicidio assistito e eutanasia, aggravando la breccia aperta dalla Corte costituzionale".
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