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La pressione massima sotto 130 migliora la salute del cervello negli ipertesi

Cardiologia Redazione DottNet | 15/10/2019 13:34

Il trattamento aggressivo riduce il rischio lesioni

Un trattamento 'aggressivo' dell'ipertensione, che tenga la massima sotto i 130, fa bene al cervello degli anziani, con la comparsa di meno lesioni cerebrali. Lo afferma uno studio statunitense pubblicato dalla rivista Circulation. I ricercatori della UConn School of Medicine hanno seguito 199 over 75 per tre anni, sottoponendoli ad una terapia aggressiva con farmaci antipertensivi in modo da mantenere la pressione massima sotto i 130 mm di mercurio, mentre un gruppo di controllo l'aveva a 145. Nel periodo di osservazione ai soggetti sono state misurate la mobilità e la funzionalità cognitiva, ed è stata analizzata la materia bianca del cervello alla ricerca di lesioni, che sono associate a una serie di effetti negativi, dal declino cognitivo al rischio ictus.

Lo studio non ha individuato differenze significative nelle abilità cognitive o nella mobilità tra i due gruppi, sottolineano i ricercatori, ma le lesioni dei piccoli vasi sanguigni nel cervello, visibili appunto analizzando la materia bianca, sono risultate inferiori del 40% nei soggetti trattati. "Il risultato mostra che tenere la pressione sistolica a meno di 130 è sicuro, e potenzialmente benefico per gli anziani con l'ipertensione".

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fonte: Circulation

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