Gli esperti: ogni anno ingeriamo almeno 250 gr fra pesticidi e microplastiche e non mancano gli ftalati, sostanze chimiche che ammorbidiscono la plastica
Attenzione agli inquinanti nel piatto, perchè possono 'avvelenare' gli spermatozoi. A mettere in guardia sono gli andrologi, riuniti per il Congresso nazionale 'Natura Ambiente Alimentazione Uomo' della Società Italiana di Andrologia (SIA). Ogni anno, sottolineano gli esperti, ingeriamo almeno 250 gr fra pesticidi e microplastiche e non manca un 'condimento' di ftalati, sostanze chimiche che ammorbidiscono la plastica, che si possono trovare in alcuni contenitori per alimenti e migrare nel piatto. Purtroppo si tratta di sostanze che oltre ad avere conseguenze negative sulla salute in generale possono nuocere anche alla fertilità maschile: gli effetti vanno da una riduzione del numero di spermatozoi a un calo nella loro motilità e capacità di fecondare l'ovocita.
"Ftalati e fitoestrogeni si comportano da interferenti endocrini: 'mimano' ormoni come gli estrogeni e gli androgeni presenti nell'organismo e in questo modo influenzano pesantemente gli equilibri ormonali", spiega Alessandro Palmieri, presidente SIA.
E' dunque importante preservare la funzione sessuale e la fertilità con "scelte alimentari sempre più consapevoli, cercando per esempio di dare la preferenza a cibi biologici e che non siano imballati in plastiche - rileva Palmieri -. Gli effetti delle sostanze chimiche presenti nei cibi possono sommarsi a quelli di altri elementi ambientali e dello stile di vita che minacciano la salute sessuale maschile, dal fumo alle malattie sessualmente trasmesse". Per tutelare il proprio benessere, conclude il presidente SIA, "gli uomini dovrebbero perciò rivolgersi con fiducia all'andrologo per una valutazione precisa della propria situazione e per avere consigli su misura rispetto alle proprie abitudini di vita e a tavola".
"Gli integratori alimentari, se usati con consapevolezza e appropriatezza, possono rappresentare un valido supporto al benessere generale, ma non sono, e non dovrebbero mai essere considerati, sostituti di farmaci"
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