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Parkinson, ultrasuoni sul cervello fermano i tremori

Neurologia Redazione DottNet | 26/11/2019 13:58

Trial clinico in Italia: bruciano una piccolissima regione neurale, il talamo

Trial clinico in Italia: bruciano una piccolissima regione neurale, il talamo

Una nuova tecnica mininvasiva basata sugli ultrasuoni potrebbe alleviare uno dei sintomi del Parkinson, i tremori. La speranza arriva da un trial clinico condotto presso l'Università dell'Aquila: gli ultrasuoni focalizzati ad alta intensità guidati da risonanza magnetica riscaldano e distruggono un piccolissimo pezzetto di tessuto cerebrale, il talamo, riducendo da subito i tremori, e con una efficacia che perdura a lungo termine.  Lo studio è stato presentato oggi al meeting della Radiological Society of North America (RSNA) a Chicago da Federico Bruno, radiologo del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze Cliniche applicate.  Il trial ha coinvolto 39 pazienti con tremori (sia malati di Parkinson, sia pazienti con tremore essenziale) che non avevano risposto alle terapie classiche e soffrivano da anni di tremori.  La terapia con ultrasuoni elimina il 'talamo', minuscola regione cerebrale alla base dei tremori che sono il risultato di spasmi muscolari in genere alle mani e sono molto invalidanti per i pazienti.

La metodica è risultata molto sicura ed efficace nel 95% dei casi.  "Un ulteriore vantaggio degli ultrasuoni - ha dichiarato Bruno - è l'effetto immediato che il trattamento fornisce, diversamente dalla stimolazione profonda", che oltre a richiedere un intervento invasivo per applicare nel cervello una sorta di pacemaker, impiega del tempo per iniziare a fare effetto.  "In più - ha aggiunto - la terapia con ultrasuoni richiede un ridotto tempo di degenza, ed è applicabile anche a pazienti molto fragili, che non potrebbero sostenere un intervento chirurgico".    "L'applicazione clinica di questa tecnica per malattie neurologiche rappresenta una novità assoluta, l'uso clinico è stato approvato dalla FDA meno di tre anni fa" - ha concluso Bruno -. Pochi pazienti conoscono questa opzione terapeutica e ci sono ancora pochi centri specializzati che possono offrirla".

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fonte: ansa

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