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Mieloma multiplo: via libera a daratumumab per recidive e come prima cura

Ematologia Redazione DottNet | 11/12/2019 13:25

E' il primo a dimostrarsi efficace in diverse fasi di malattia

Promosso l'anticorpo 'daratumumab' contro il mieloma multiplo sia appena diagnosticato sia in fase di recidiva. Infatti, il farmaco, in associazione con le molecole desametasone e carfilzomib riduce del 37% il rischio di progressione di malattia e di morte in pazienti con mieloma multiplo resistente alle cure o che è ricomparso dopo le terapie, raddoppiando il tasso di risposta completa alla terapia. Sono i dati riportati a Orlando in occasione del 61/mo meeting annuale della American Society of Hematology (ASH).  Daratumumab ha inoltre appena ricevuto l'autorizzazione in Europa per l'utilizzo in prima linea, ovvero subito a partire dalla diagnosi, in associazione con lenalidomide e desametasone: è infatti in grado di ridurre del 44% il rischio di progressione o morte in pazienti appena diagnosticati che non possono essere sottoposti al trapianto di midollo. L'approvazione in Italia per l'utilizzo del farmaco in prima linea è attesa per il prossimo anno. 

"I risultati dello studio Candor appena presentato all'ASH - spiega Mario Boccadoro, direttore Unità Operativa di Ematologia dell'Università di Torino - confermano daratumumab come un anticorpo con un'ottima efficacia in qualsiasi fase di malattia. Il successo terapeutico è stato osservato anche nello studio MAIA che ha coinvolto pazienti di nuova diagnosi non eleggibili al trapianto e che ha portato all'approvazione internazionale di daratumumab in prima linea con l'associazione con lenalidomide e desametasone. I pazienti non candidabili al trapianto, che rappresentano circa il 40% dei casi di mieloma multiplo, grazie a questa associazione possono ottenere un beneficio clinico analogo a quello ottenuto con il trapianto: un risultato mai osservato prima grazie a questo farmaco che negli ultimi 4 anni ha rivoluzionato la terapia del mieloma multiplo, ponendosi al primo posto nella lotta a questo tipo di tumore", conclude Boccadoro.

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