Canali Minisiti ECM

La melatonina migliora il sonno in bimbi con disturbi neurologici

Neurologia Redazione DottNet | 12/12/2019 11:54

Dormono di più e si addormentano più in fretta

La melatonina migliora il sonno, aumentando le ore di sonno dormito e riducendo il tempo necessario ad addormentarsi nei bambini con disturbi del neuro-sviluppo, come ritardo mentale, autismo, deficit da attenzione e iperattività, sindrome di Rett. Lo ha verificato una revisione di 13 studi condotti su 682 bambini tra Europa, Nord America e Iran, e pubblicata dall'Associazione culturale pediatri sulla sua rivista 'Quaderni'. Rispetto al placebo, la melatonina ha mostrato di aumentare il tempo totale di sonno di quasi un'ora, e di ridurre il tempo dell'addormentamento di circa 30 minuti.

Per quanto riguarda i risvegli notturni, non sono state evidenziate particolari differenze nella loro frequenza tra melatonina e placebo così come per gli eventi avversi.

Quattro dei 7 studi che hanno anche rilevato le percezioni dei genitori sugli effetti della melatonina sul comportamento dei bambini e della famiglia, sembrano confermare i vantaggi della melatonina rispetto al placebo, anche se non c'è un'analisi statistica dei dati. Il miglioramento del sonno è risultato maggiore nei bambini con autismo o con altri disturbi del neurosviluppo e minore in adolescenti e bambini con ritardo cronico nell'addormentamento.

fonte: Quaderni

Commenti

I Correlati

Studio, possibilità di prevenzione intervenendo sull'ipoacusia

Risultati positivi nel trattamento della nevralgia trigeminale classica emergono da uno studio condotto dai neurochirurghi e ricercatori dell’I.R.C.C.S. Neuromed

Nel nostro Paese, secondo i dati del Ministero della Salute, si osserva un leggero calo della maggior parte delle vaccinazioni raccomandate nei primi anni di età

Una ricerca coordinata dall’Istituto per la bioeconomia del Cnr e dall’Università degli Studi di Milano ha messo in evidenza le proprietà dell’estratto di arancia rossa nel mitigare gli effetti della patologia

Ti potrebbero interessare

Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata

Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori

Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione

All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti

Ultime News

Più letti