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Tumori: nobel Watson, l'uomo vincerà il cancro

Oncologia Redazione DottNet | 13/05/2009 10:35

La guerra contro il cancro si può vincere. Il nemico è cattivo e la lotta è dura, ma "alla fine l'uomo prevarrà. Ascoltate un 80enne: avremo la meglio sui tumori" e anche su altre malattie.
 

La promessa è firmata James Watson, scopritore della doppia elica del Dna e premiato nel 1962 con il Nobel per la Medicina. Americano, 81 anni, il biologo ha condiviso il massimo riconoscimento scientifico con il collega britannico Francis Crick e oggi parla con ottimismo a Milano, alla presentazione della quinta Conferenza mondiale sul futuro della scienza dedicata al tema 'The Dna Revolution', promossa dalle Fondazioni Umberto Veronesi, Giorgio Cini e Silvio Tronchetti Provera, in calendario a Venezia dal 20 al 22 settembre prossimi. "Purtroppo l'evoluzione dell'essere umano non ha portato a individui perfetti - spiega Watson - Lo scopo dell'evoluzione è però quello di garantire la sopravvivenza della specie, e poiché le condizione ambientali circostanti sono molto cambiate è cambiato anche il nostro genoma.

L'evoluzione sta procedendo ancora oggi a ritmi rapidissimi", avverte lo studioso, e "il prezzo da pagare sono le malattie come le patologie mentali e i tumori". Tuttavia, "nei prossimi 10 anni ci aspettiamo di arrivare a comprendere l''essenza' del cancro. I geni coinvolti sono numerosi e il compito è difficile", ammette Watson. Ma nell'era post-genomica, dopo la mappatura del Dna, "il quadro genetico alla base dei tumori è sempre più chiaro. In futuro arriveremo a controllarlo meglio e lo vinceremo. Lo dobbiamo all'umanità". Grazie alla rivoluzione epocale rappresentata dal sequenziamento del genoma umano, commenta Umberto Veronesi, direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano e 'anima' della tre giorni in programma a settembre, "abbiamo capito molto di più del meccanismo che induce una cellula sana a trasformarsi in cellula tumorale.

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Conoscenze che hanno portato alla messa a punto di farmaci 'intelligenti', basati proprio sui danni genetici responsabili dello sviluppo del cancro, diretti a un bersaglio molecolare ben preciso e quindi più efficaci e sicuri", evidenzia. Le sfide sono ancora molte, ma la scienza è pronta a raccoglierle. Anche con il contributo di organizzazioni che hanno fatto del sostegno alla ricerca la propria missione. Tra queste l'Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro) che a Venezia organizzerà il simposio 'Cancer genetics'. Questo invito "conferma una volta di più come l'Airc è in Italia il punto di riferimento della ricerca sul cancro", sostiene Maria Ines Colnaghi, direttore scientifico dell'associazione, che ricorda come "la tematica 'The Dna Revolution' rientra nelle ricerche innovative finanziate negli ultimi anni dall'Airc". Grazie al contributo di esperti globali, il simposio affronterà quindi "i temi fondamentali della più attuale ricerca oncologica: valutazione e la prevenzione del rischio, staminali del cancro e terapie mirate". Ma dagli studi sul Dna si attendono 'istruzioni' non solo contro il cancro. Anche contro le malattie mentali, è convinto Watson. "Nel nostro laboratorio intendiamo sequenziare il genoma di un gran numero di pazienti: 5-10 mila", annuncia. "Sarà un grosso lavoro, ma abbiamo la straordinaria opportunità di leggere il Dna delle persone e i costi necessari a farlo si stanno riducendo notevolmente. I risultati che otterremo saranno pubblicati su Internet, messi a disposizione degli scienziati di tutto il mondo".

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