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Medici di famiglia sotto torchio tra influenza e Coronavirus cinese

Medicina Generale Redazione DottNet | 22/01/2020 20:45

L’epidemia influenzale procede a grandi passi verso il picco. Virus Cina: pronti medici di famiglia e infettivologi

 Non c'è pace per i medici di famiglia: l'epidemia d'influenza ha toccato la punta massima. A tutto ciò si aggiunge anche l'allarme del Ministero e della Fimmg che hanno alllertato i camici bianchi sulla vicenda del visrus cinese. Insomma doppio lavoro per la medicina generale che mai come questa volta è stretta nella morsa di due emergenze. La più importante è per il momento quella relativa al Coronavirus: la prima a mettere in allerta i medici è stata la sezione di Roma della Federazione dei camici bianchi territoriali, la Fimmg, poi Milano e quindi la Federazione nazionale che ha deciso di informare tutti i camici bianchi con i dati di cui dispongono l'Istituto superiore di sanità (Iss) e il Ministero della salute.

Descrizione dei sintomi e percorsi epidemiologici aggiornati sono il primo passo per poter monitorare la situazione sul territorio. Dal canto loro gli specialisti della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) hanno messo a disposizione delle istituzioni una unità di crisi per l'immediata elaborazione di protocolli. Ma sia la Fimmg che la Simit chiariscono con forza: "Al momento non ci sono motivi di allarme in Italia". "Vanno predisposte tutte le azioni necessarie affinchè la popolazione possa stare tranquilla, soprattutto tenendo conto che in questo momento l'influenza stagionale sta raggiungendo il suo picco", spiega il segretario nazionale di Fimmg Silvestro Scotti. "I sintomi del Coronavirus - dice - sono praticamente sovrapponibili con quelli dell'influenza. I cittadini devono sapere che i medici di base sono informati ma è anche importante che non si crei la psicosi con corse inutili al pronto soccorso per dei normali sintomi influenzali". 

L'infettivologa Maria Corongiu, presidente di Fimmg Roma, che per prima ieri mattina ha inviato un avviso ai colleghi lo dice chiaramente: "A Roma c'è un aeroporto internazionale con alcuni voli settimanali dalla città di Wuhan, inoltre c'è una consistente comunità cinese che gestisce negozi e ristoranti, quindi abbiamo ritenuto opportuno diffondere le informazioni necessarie a tutti i medici di famiglia". Insomma, nessun allarmismo, ma attenzione e sorveglianza. Dello stesso avviso il vice presidente di Simit Claudio Mastroianni: "Prendere gli accorgimenti necessari non significa che l'epidemia sia fuori controllo o che abbia assunto proporzioni tali da costituire un pericolo per il mondo, e quindi per l'Italia". E conclude: "La conoscenza approfondita del virus, la prevenzione e il monitoraggio delle infezioni con la sorveglianza dei contatti sono misure cruciali per evitare la diffusione su larga scala. E' importante identificare rapidamente i casi sospetti e mettere in atto le misure di coordinamento integrato che hanno permesso di controllare altre recenti epidemie".

Ma, come dicevamo, anche l'influenza non scherza. L'ultimo bollettino della rete di sorveglianza Influnet dell'Istituto Superiore di Sanità, relativo alla terza settimana dell'anno, dal 13 al 19 gennaio, ha registrato una forte impennata nei nuovi casi, con un raddoppio dell'incidenza proprio nei bambini sotto i cinque anni. La rete ha censito nella terza settimana del 2020 488mila casi, che hanno portato il totale dall'inizio della sorveglianza a 2.768.000. "In Italia l'incidenza totale è pari a 8,1 casi per mille assistiti - si legge nel bollettino -. Colpiti maggiormente i bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un'incidenza pari a 20,4 casi per mille assistiti".  Le Regioni del centro Italia sono le più colpite: Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise e Campania registrano più di 9 casi per mille, mentre le altre sono ancora sotto questa soglia. 'Isola felice' è finora la Sardegna, unica che ha un'attività inferiore ai 3 casi per mille abitanti.

Per quanto riguarda la diffusione nel dettaglio, nella fascia di età 0-4 anni l'incidenza è pari a 20,43 casi per mille assistiti, nella fascia di età 5-14 anni a 12,03 nella fascia 15-64 anni a 7,65 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni, una delle categorie principali tra quelle invitate a vaccinarsi, a 3,36 casi per mille assistiti.  Fino a questo momento, registrano gli esperti, l'epidemia sta assumendo un andamento simile a quella dello scorso anno, quando il picco influenzale fu raggiunto tra la quinta e la sesta settimana dell'anno. Proprio l'arrivo del picco influenzale, hanno fatto notare diversi esperti in questi giorni, potrebbe complicare la ricerca di eventuali casi del nuovo coronavirus cinese, che ha sintomi iniziali, febbre e problemi respiratori, molto simili. Con la fine di gennaio è anche ormai 'scaduto' il tempo per vaccinarsi: i primi report parziali parlano di un aumento delle dosi vendute per questa stagione, che potrebbe aggirarsi sul +15-20%.

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