Più di 300 morti al giorno, 10 milioni di persone malate di cui 8 milioni in forma cronica. Non solo. Ogni giorno 90 casi di tumore ai polmoni, il 90% dei quali tra i fumatori, ma con una preoccupante impennata fra le donne anche non fumatrici. Sono i dati italiani sulle malattie dell'apparato respiratorio, diffusi oggi a Roma alla presentazione del '2009 anno del respiro' la cui istituzione è stata approvata il 27 marzo dal Consiglio dei ministri. Il provvedimento è in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
A chiedere di dedicare l'anno in corso al respiro, e quindi a tutte le patologie che interessano i polmoni, le società scientifiche Aipo (Associazione italiana pneumologi ospedalieri), Simer (Società italiana malattie respiratorie) e Fimpst (Federazione italiana per la lotta alle malattie polmonari e sociali e la tubercolosi), che promuovono la celebrazione di quest'anno insieme all'Unione italiana per la pneumologia (Uip). L'obiettivo è sensibilizzare la popolazione, e soprattutto le istituzioni, su queste malattie in crescita in tutto il mondo e che, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, passeranno entro il 2010 dall'attuale terzo posto come causa di morte al primo.
Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie
Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen
I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali
Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri
Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie
Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen
I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali
Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri
Commenti