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Sanità pubblica, ancora troppo forte il peso della politica

Sanità pubblica Redazione DottNet | 21/05/2009 15:52

La sanità pubblica non gode di buona salute: non solo i finanziamenti statali per il biennio 2010-2011 sono stati ridotti, ma nelle regioni sottoposte ai piani di rientro i cittadini hanno visto aumentare i soldi spesi di tasca propria per le spese mediche. A livello poi di gestione di asl e aziende ospedaliere, il peso della politica sui direttori generali è ancora troppo forte, soprattutto nelle regioni del sud e in quelle con i piani di rientro. E' questo il quadro che emerge dal rapporto 2009 'Il sistema sanitario in controluce', presentato dalla fondazione Farmafactoring.
 

- DIRIGENTI POCO AUTONOMI DA POLITICI: La politica condiziona ancora troppo i direttori generali di Asl e aziende ospedaliere. Oltre 63% ritiene infatti di avere una sovranità limitata a causa della politica. Valori che salgono alla quasi totalità nel Sud, mentre scendono al 51,5% nel Nord e al 44% al Centro. ''Ma si tratta di una situazione in evoluzione - spiega Giuseppe De Rita, presidente del Censis - Se al sud e nelle regioni con i piani di rientro questa 'influenza' è ancora totalizzante, al nord e centro sta diminuendo. Così come sta cambiando il profilo dei dirigenti. Stanno calando quelli con profilo giuridico-amministrativo, e aumentando quelli con esperienza e formazione medica''.

L'identikit del dirigente vede infatti il 38,5% con una laurea in ambito medico, il 25% in giurisprudenza, il 61% con un precedente operato in ambito medico-sanitario, il 23,5% in ambito economico e circa il 16% in politica.
- PIU' SPESE PER I CITTADINI: il contenimento della spesa pubblica si è tradotto in costi più elevati per i cittadini, in particolare nelle regioni con i piani di rientro, dove la quota di spesa sanitaria privata ha subito un'impennata del 15% tra il 2005 e il 2007, al contrario di quella pubblica che è rimasta invariata.

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Cosa che si è tradotta in maggiori esborsi per le famiglie, soprattutto dei ceti meno ricchi: nel bilancio familiare i costi sanitari sono saliti dal 3,35% del 2001 al 4,08% del 2007. La voce che ha subito i maggiori rincari è rappresentata dai farmaci (+74% rispetto al 2001). ''Si tratta di un fenomeno - spiega Vincenzo Atella, coordinatore del centro di ricerca Cer-Nib dell'università di Tor Vergata - da attribuire all'applicazione dei piani di rientro, in quanto nelle regioni che non li hanno avviati la spesa privata è rimasta pressochè invariata''.
- REGOLAMENTARE SPESA PRIVATA: ''La dimensione della sanità privata va regolata'', avverte Giuseppe De Rita, ''altrimenti il sistema pubblico rischia di essere confinato a qualche infrastruttura o di implodere e disarticolarsi. Oggi governare i presidi sanitari - conclude - vuol dire farlo distribuendo le prestazione tra erogatori pubblici e privati sul territorio''.
 

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