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Colesterolo, promossi gli Italiani

Cardiologia Redazione DottNet | 04/06/2020 13:35

E' il risultato di uno studio internazionale realizzato con la partecipazione di Neuromed

Una maxi ricerca internazionale alla quale partecipa l'Irccs Neuromed di Pozzilli con il progetto 'Moli-sani' mostra che l'Italia, in linea con le altre nazioni occidentali, vede un netto miglioramento dei livelli di colesterolo nei suoi cittadini. Diminuiscono sia il colesterolo totale che quello 'cattivo' non-HDL. È l'incoraggiante fotografia che emerge dallo studio internazionale 'NCD Risk Factor Collaboration' (NCD-RisC), i cui risultati sono stati pubblicati oggi sulla rivista britannica 'Nature'.   Guidata dall'Imperial College di Londra, e con la partecipazione dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la ricerca ha visto il contributo dei dati raccolti dall'Irccs molisano.

"Mentre il nostro organismo ha naturalmente bisogno del colesterolo - spiegano dal Neuromed - un suo eccesso può portare a un accumulo nei vasi sanguigni. E quasi tutti hanno ormai imparato a distinguere quello 'buono' (HDL), protettivo contro infarto e ictus, dal 'cattivo', non HDL, tipicamente legato a diete ricche di grassi saturi e trans, che avrebbe un ruolo importante nell'aumentare il rischio di patologie cerebro-cardiovascolari".

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Conoscere la situazione del colesterolo nelle popolazioni diventa allora uno strumento indispensabile per la prevenzione e la salute pubblica. Questo è l'obiettivo della ricerca 'NCD-RisC', che ha utilizzato informazioni raccolte su 102,6 milioni di individui in 200 Paesi dal 1980 al 2018.  Lo studio ha rivelato che i livelli di colesterolo totale e non HDL sono fortemente diminuiti nelle nazioni ad alto reddito, in particolare quelle dell'Europa nord-occidentale, Nord America e Australia, mentre sono aumentati nelle nazioni a basso e medio reddito, in particolare in Oriente e nel Sud-Est asiatico. In questo quadro l'Italia vede un netto miglioramento nel corso del tempo. "Nel 1980 il nostro Paese era al 21esimo posto mondiale per livello di colesterolo non HDL negli uomini, mentre nel 2019 - si legge nella nota - è passato alla 40esima posizione.  Situazione ancora migliore per le donne, che dalla posizione 30 sono scese alla 80".

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