Nutrizionista di Harvard studia le ricerche confrontate con quello di cocco
Tra l'olio di cocco e quello d'oliva è il secondo a vincere la sfida del più sano. In un lavoro pubblicato sul blog della Harvard Medical School, la ricercatrice Emily Gelsomin ha rivisto alcuni tra gli studi scientifici più recenti che mettono sotto i riflettori i due prodotti. In un recente lavoro pubblicato sul Journal of American College of Cardiology emerge come la sostitzione di margarina, burro o maionese con l'olio d'oliva risulta legata a un minore rischio di malattie cardiovascolari. Secondo l'analisi sarebbe proprio il consumo di mezzo cucchiaio al giorno a ridurre il rischio di sviluppare questo genere di patologie. Una ricerca pubblicata su Circulation, invece, dimostrerebbe come l'olio di cocco non dia benefici alla riduzione della circonferenza vita o del grasso corporeo rispetto ad altri grassi a base vegetale.
Il “modello siciliano” può essere facilmente replicabile su scala nazionale basandosi su di una sana alimentazione e di una corretta attività fisica all’insegna dei “valori” della Dieta Mediterranea
Partendo dall’analisi di oltre 3.800 studi clinici, sono state redatte 81 raccomandazioni che spaziano dall’ambito cardiovascolare all’oncologia, dalle malattie metaboliche ai disturbi neurodegenerativi
Gli effetti positivi da un regime ricco di verdure, fibre e cibi fermentati: la ricerca condotta in Tanzania con partner internazionali di Bonn e Firenze
Uno studio ha evidenziato benefici con la diminuzione dell'apporto calorico a circa 500 kcal al giorno per tre volte la settimana e un'alimentazione normale nel resto dei giorni
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid
La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno
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