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Salute mentale: in tre anni 8mila operatori in meno

Psichiatria Redazione DottNet | 27/07/2020 11:09

Nel 2018 sono state 11 milioni le prestazioni erogate in un anno con una media di 14 per utente

 In un solo anno 49 milioni di confezioni di psicofarmaci vendute in Italia e 837.000 utenti psichiatrici assistiti dai servizi di salute mentale. E' quanto emerge dai dati, relativi al 2018, dell'ultimo Rapporto sulla Salute mentale. Mentre gli operatori sanitari che si occupano di loro sono sempre meno: il numero è calato, infatti, di quasi 8.000 unità in tre anni.  Dai disturbi di ansia e depressioni a psicosi e schizofrenia, solo nei servizi territoriali, secondo i dati elaborati dal Ministero della Salute, nel 2018, sono state 11 milioni le prestazioni erogate in un anno, con una media di 14 per utente.  Mentre 107.662 sono state le dimissioni da altrettanti ricoveri psichiatrici ospedalieri e ben 7.407 i trattamenti sanitari obbligatori, indice di una mancanza di intervento precoce.

Ma, a fronte di una tale mole di lavoro, emerge anche un continuo calo del personale. Confrontando i dati con quelli degli anni precedenti, si osserva come il personale era costituito infatti da circa 31.600 unità nel 2016, scese a 28.700 unità nel 2017 e a 26.200 nel 2018 (di cui 9% medici, 6% psicologi e 45% infermieri). "Dal 2016 al 2028 i numeri ufficiali mostrano una riduzione di circa 5.400 operatori sanitari, a cui si sommano i circa 2.500 che, secondo le nostre stime, sono stati persi nel 2019. Per un totale di quasi 8.000 in meno in 3 anni", spiega all'ANSA Enrico Zanalda (nella foto), presidente della Società Italiana di Psichiatria (Sip). A pesare sono "le mancate assunzioni per reintegrare chi è andato in pensione ma anche errori di programmazione dei posti di specializzazione universitaria". Le conseguenze, precisa Zanalda, "sono lunghe attese, difficoltà di presa in carico e l'aumento della domanda di assistenza che non trova salute". 

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Indicativo della difficoltà è anche il consumo di psicofarmaci. Dai dati della relazione, raccolti attraverso il Sistema Informativo Salute Mentale (SISM), emerge che nel 2018 ne sono state consumate in Italia circa 49 milioni di confezioni. In particolare, per la categoria degli antipsicotici il numero di confezioni acquistate in farmacia è di oltre 5,5 milioni, a cui si sommano i 6,5 milioni erogate in distribuzione diretta, ovvero attraverso gli appositi servizi di salute mentale o gli ospedali. Le confezioni di antidepressivi venduti in farmacia sono oltre 36 milioni, a cui si aggiungono le 565.000 fornite in distribuzione diretta. "La discrepanza tra i numeri di confezioni vendute in farmacia e quelle in distribuzione diretta - spiega Massimo Di Giannantonio, copresidente della Sip - è indice del rischio di inappropriatezza prescrittiva. La ricetta per acquistarli in farmacia, infatti, può esser fatta da qualsiasi medico, da quello di medicina generale al diabetologo. Ciò significa che questo disagio psicopatologico non viene intercettato dagli specialisti: non abbiamo notizie sulla diagnosi della condizione, sulla prognosi e sugli effetti della terapia".

A parlare del problema che non trova risposta sono anche gli accessi al pronto soccorso. Nel 2018 il numero di quelli collegati a patologie psichiatriche ammonta a 617.326, pari al 3% del totale di accessi a livello nazionale. "Questo è un dato stabile - conclude Di Giannantonio, ordinario di psichiatria alla Unicamillus di Roma - e rappresenta un serio problema di salute pubblica, al quale è urgente dare risposte aumentando i finanziamenti per i Dipartimenti di Salute Mentale".

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