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Magrini (Aifa), dall'idrossiclorochina una 'lezione'

Aifa Redazione DottNet | 29/07/2020 12:43

Dall'ampio utilizzo ai trial randomizzati, percorso in tre fasi

Dal caso idrossiclorochina e tocilizumab, il cui utilizzo per i pazienti Covid è stato inizialmente molto incentivato, salvo poi venir limitato per la mancanza di consistenti benefici, arriva una lezione che potrebbe essere utile "per affrontare in modo strutturato le prossime emergenze". A spiegarlo è stato il direttore dell'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), Nicola Magrini, durante la presentazione del rapporto Rapporto OsMed sull'uso dei farmaci durante l'epidemia Covid-19, tenutasi tramite web conference.

  "Soprattutto nell'emergenza ci siamo resi conto che solo gli studi randomizzati rappresentano uno standard solido in grado di guidare la pratica clinica, come dimostra il caso dell'idrossiclorochina", ha spiegato Magrini. In particolare, si possono distinguere 3 fasi nel suo utilizzo. Si è infatti passati "da un primo ampio utilizzo, a marzo, una successiva limitazione ai soggetti ospedalizzati o nei trial, e infine una decisione, a fine maggio, di esclusivo utilizzo all'interno degli studi clinici".

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Queste tre fasi rispecchiano il percorso compiuto in generale sull'utilizzo dei farmaci contro il Sars-Cov-2 in questi mesi. In una prima fase, a marzo, un iniziale esteso utilizzo di medicinali fuori indicazione terapeutica, ha portato anche "al rischio di sovratrattamento" come dimostra "l'entusiasmo per il tocilizumab, diventato inizialmente farmaco di riferimento" ma "che ha mostrato piccolo beneficio su pazienti molto specifici". L'andamento temporale degli acquisti riflette, una seconda fase che ha visto "la progressiva centralizzazione delle approvazioni degli studi clinici presso l'AIFA, con maggiori garanzie di rigore metodologico". Seguito da una terza fase, a maggio, "in cui si sono avviati studi randomizzati multibraccio in ospedale e a domicilio, diventati anche un riferimento europeo e ben accolti dall'Agenzia Europea del Farmaco (Ema)". Su questo percorso, conclude Magrini, a pesare sono state anche "le elevate e eccessive aspettative generate dai media".

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