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Quarantena a 10 giorni, tamponi a Mmg e pediatri

Infettivologia Redazione DottNet | 11/10/2020 22:22

Oggi la cabina di regia per il nuovo Dpcm. Pregliasco: i casi di marzo erano più gravi e solo per i sintomatici

Scende a 10 giorni la quarantena e per i positivi un solo tampone in uscita. È quanto è emerso - secondo quanto si apprende - dalla riunione del Cts, il Comitato tecnico scientifico alla quale ha partecipato anche il ministro della Sanità Roberto Speranza. Novità anche per i tamponi molecolari ed antigenici che potrebbero essere autorizzati per i 'contatti' e realizzati dai medici di famiglia e dai pediatri ove possibile. Inoltre oggi è attesa la cabina di regia con le Regioni per varare il nuovo Dpcm. «Oggi non ci sono le condizioni per tornare al lockdown», ha detto il commissario Arcuri. Tra le nuove imposizioni, c'è una precisazione che riguarda coloro che fanno attività motoria all'aperto (mera passeggiata, non corsa): devono indossare la mascherina. Esentato, invece, chi fa jogging o footing o attività sportive.

Il CTS così sintetizza le diverse condizioni e la relativa ridefinizione dei periodi di quarantena o di isolamento fiduciario:

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CASI POSITIVI ASINTOMATICI

Diagnosi: confermata da test molecolare positivo

Isolamento: 10 giorni + tampone molecolare unico a fine quarantena

CASI POSITIVI SINTOMATICI

Diagnosi: confermata da test molecolare positivo

Isolamento: almeno 10 giorni (dei quali obbligatoriamente gli ultimi 3 in completa assenza di sintomi) + tampone molecolare unico a fine quarantena

CASI POSITIVI ASINTOMATICI CHE NON SI NEGATIVIZZANO DOPO 21 GIORNI

Diagnosi: confermata da test molecolare positivo

Isolamento: almeno 21 giorni, con riscontro di positività al test molecolare effettuato al 10° e 17° giorno (nei casi asintomatici l’isolamento si interrompe comunque al 21° giorno in quanto le evidenze disponibili non documentano alcun caso di presenza di virus competente per la replicazione)

CONTATTI STRETTI

Isolamento fiduciario: 10 giorni + tampone antigenico rapido o molecolare

 "I dati ci dicono che la catena di contagio permane. Il virus circola, è presente ma con questi valori possiamo andare avanti, abbiamo capito cosa fare e non preoccupa il numero di casi nelle terapie intensive", commenta il virologo all'Università di Milano, Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute e direttore Sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco (nella foto) sottolineando che la riduzione dei tamponi "è una brutta cosa" perchè, spiega Pregliasco, abbiamo meno capacità di intercettare i positivi. Più positivi troviamo, più controlliamo e meno contagiano". I contagi sono vicini al valore di fine marzo scorso, sottolinea Pregliasco "ma allora erano casi più gravi e si riferivano ai sintomatici. Ora invece c'è una rilevanza di asintomatici".

Ma venamo ai dati. In un giorno +5.456 nuovi casi di Covid-19 in Italia. Un numero inferiore a quello di sabato ma sale il rapporto tra i tamponi e i postivi. Va messo infatti in conto un crollo di tamponi effettuati: 28mila in meno. A fronte dei 133.084 eseguiti nella giornata di venerdì, nelle ultime 24 ore ne sono stati fatti 104.658. Secondo il bollettino del ministero della Salute, il totale dei contagiati - compresi guariti e vittime - sale a 354.950. Leggermente in calo ma sostanzialmente stabile anche l'incremento delle vittime: 26 in un giorno mentre ieri erano state 29. Il totale dall'inizio dell'emergenza sale a 36.166. Tra le regioni, per il terzo giorno consecutivo, è la Lombardia ad avere l'incremento più alto, con 1.032 casi a fronte di 15.590 tamponi, per una percentuale pari al 6,6%, in netta crescita rispetto a ieri (4.9). I nuovi decessi sono 3 per un totale di 16.985 morti in regione dall'inizio della pandemia.     Salgono sia i ricoverati in terapia intensiva: (+4, 48 in totale) che negli altri reparti (+25, 433). Resta sempre quella di Milano la provincia più colpita con 460 nuovi casi, di cui 211 a Milano città, seguita da Monza e Brianza (143), Pavia (103) e Brescia (72). Dopo la Lombardia seguono la Campania (+633), la Toscana (+517), il Veneto (+438), il Piemonte (+409) e il Lazio (+371). Nessuna regione fa segnare zero nuovi contagiati. In Alto Adige si registra il primo decesso dal 15 giugno.

Sul fronte dell'ospedalizzazione, secondo il bollettino quotidiano del ministero della Salute, tornano a salire i ricoveri in terapia intensiva: nelle ultime 24 ore sono 30 i nuovi pazienti nelle rianimazioni che portano il totale a 420.   Crescono anche gli attualmente positivi, con un incremento di 4.246 nelle ultime 24 ore che porta il totale a 79.075: di questi, oltre a quelli in rianimazione, 4.519 sono ricoverati nei reparti ordinati (+183) e 74.136 sono in isolamento domiciliare (+4.033). I dimessi e i guariti, infine, sono 1.184 più di ieri per un totale dall'inizio dell'emergenza di 239.709.  E sulle terapie intensive il Commissario per l'emergenza Domenico Arcuri, ospite di Lucia Annunziata a 'Mezz'ora in più' su Rai3, riferisce che "i posti in terapia intensiva sono 6.500 e 14mila in terapia sub intensiva" e che "stiamo implementando con altri 3.400 posti in terapia intensiva e altri 4.200 posti in sub intensiva". Per i ventilatori, ha annunciato ancora Arcuri, a fronte dei 600 di fine marzo scorso "ne abbiamo distribuiti alle Regioni 4.680 e ne sono previsti altri 3mila". Visto l'aumento dei casi di contagio, afferma la virologa Ilaria Capua, Direttrice del Centro di Eccellenza One Health dell' Università della Florida "è il momento di rafforzare l'impegno" e per quanto riguarda le scuole, "la circolazione virale c'è, ma non è la causa dell'esplosione dei contagi".  Sulla stessa linea il direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani di Roma e membro del Cts, Giuseppe Ippolito, secondo il quale "le misure nelle scuole sembra abbiano garantito sicurezza".

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