Il passaggio all'ora solare determina uno sfasamento tra ritmo sonno-veglia e "orologio" biologico. Pesa l'ansia da Covid
Stanotte torna l'ora solare ma se l'idea di dormire un'ora di più può fare piacere, bisogna però fare i conti anche con gli effetti sulla salute sessuale. Il passaggio all'ora solare determina uno sfasamento tra ritmo sonno-veglia e "orologio" biologico, con una desincronizzazione simile al jet lag dei ritmi circadiani, che può favorire la disfunzione erettile. Il calo del desiderio viene inoltre peggiorato dall'ansia da Covid che stiamo vivendo. Lo sottolineano gli esperti della Società Italiana di Andrologia Sia.
"Anche l'attività dell'apparato riproduttivo maschile segue una ciclicità nell'arco delle 24 ore, governata dalle oscillazioni nella produzione del principale ormone maschile, il testosterone, che di norma viene sintetizzato in maggior quantità al mattino e prodotto in minor misura alla sera. Quando i ritmi sballano il testosterone si riduce significativamente e l'attività sessuale ne fa le spese, così l'arrivo dell'ora solare sommandosi all'ansia legata alla pandemia moltiplica i disturbi del sonno e il desiderio diminuisce", afferma Tommaso Cai, segretario della Società Italiana di Andrologia.
"Non dobbiamo dimenticare che il benessere sessuale in generale è il risultato di un intero sistema che funziona seguendo una precisa sincronia fra i diversi organi - aggiunge Alessandro Palmieri (nella foto), presidente SIA e Professore di Urologia Università Federico II di Napoli -. Se un ingranaggio si inceppa o non lavora bene, il primo a risentirne è proprio il benessere sessuale. Ecco perché il deficit erettile può essere per esempio il primo segnale di malattie cardiovascolari e può precedere di anni eventi gravi come infarti e ictus. Il testosterone, nello specifico, è fondamentale per una buona erezione e prevenire malattie cardiovascolari e osteoporosi: mantenere il ritmo della produzione ormonale è indispensabile, per questo un buon ritmo sonno-veglia è utile".
"Gli integratori alimentari, se usati con consapevolezza e appropriatezza, possono rappresentare un valido supporto al benessere generale, ma non sono, e non dovrebbero mai essere considerati, sostituti di farmaci"
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