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Confermato il legame del Covid con la demenza

Neurologia Redazione DottNet | 09/01/2021 14:13

Questo contatto sarà oggetto di un maxi studio internazionale che vedrà arruolati ex pazienti Covid-19 di tutto il mondo

Anche le forme lievi di Covid-19 possono avere effetti negativi cronici sul sistema nervoso e peggiorare il declino cognitivo e la depressione. A puntare il dito su un tema sottovalutato è un articolo pubblicato su Alzheimer's & Dementia che cita "decenni di prove scientifiche" sugli effetti prolungati dei coronavirus e dei virus influenzali sul cervello. E proprio questo legame sarà oggetto di un maxi studio internazionale che vedrà arruolati ex pazienti Covid-19 di tutto il mondo. "Dopo la pandemia influenzale del 1917 e del 1918, molte malattie simili all'influenza sono state associate a disturbi cerebrali, come quelle provocate dai virus respiratori H1N1 e SARS-CoV", ha detto il primo autore Gabriel de Erausquin, professore di neurologia alla Health Science Center dell'Università del Texas di San Antonio. D'altronde, dopo le pandemie di coronavirus nel 2002 e nel 2012, un paziente guarito su 5 ha riportato disturbi della memoria. Che anche il Sars-Cov-2 si infiltri nel cervello non mancano prove. Le cellule del bulbo olfattivo sono molto suscettibili all'invasione virale in quanto ricche di recettori ACE2 a cui il Sars-Cov-2 si lega, ed è per questo che uno dei sintomi principali del Covid-19 è la perdita dell'olfatto. A sua volta, il bulbo olfattivo si collega con l'ippocampo, una struttura cerebrale responsabile della memoria a breve termine. "Si ritiene che questa sia una delle fonti del deterioramento cognitivo osservato nei pazienti Covid-19", ha detto de Erausquin. Inoltre, il Covid-19 determina alti livelli di citochine proinfiammatorie e ipossia, due condizioni che contribuiscono al declino cognitivo sia in individui sani che già predisposti. Per capire, dai dati dei pazienti, come il Sars-Cov-2 aumenti il rischio, la gravità e la progressione delle malattie neurodegenerative come la demenza, l'Alzheimer's Association sta finanziando uno studio internazionale che coinvolge un consorzio di esperti di oltre 30 paesi sotto la supervisione tecnica dell'Oms.

fonte: Alzheimer's & Dementia

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