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Vaccini ai ragazzi: in Germania solo per quelli a rischio. In Italia a tutti

Sanità pubblica Redazione DottNet | 08/06/2021 20:56

La valutazione delle autorità tedesche riguarda i vaccini mRna e in particolare quello prodotto da Biontech-Pfizer. Biasci (Fimp): “Nella fascia di età 12-16 anni vaccineremo i nostri assistiti"

Immunizzare contro il Covid solo i ragazzi e bambini con determinate patologie pregresse. Questa la raccomandazione dell’autorità vaccinale del Robert Koch Institut, l’equivalente del nostro Istituto Superiore di Sanità, la Stiko. Ad anticiparlo e’ il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung, dopo aver preso visione di una bozza di decisione che verrà pubblicata giovedì. La valutazione riguarda i vaccini mRna e in particolare quello prodotto da Biontech-Pfizer. Secondo l’autorità tedesca il rischio di un decorso complicato dopo aver contratto Covid-19 riguarda giovani dai 12 ai 17 anni che hanno malattie accertate come obesita’ o patologie del sistema immunitario. Il vaccino e’ consigliato a chi ha insifficienza cardiaca pronunciata, alcune forme di ipertensione e per le malattie in cui la funzione polmonare è permanentemente compromessa. Anche per la sindrome di Down, una restrizione della funzione renale, malattie tumorali maligne e malattie croniche del sistema nervoso.

In Italia però i pediatri, in attesa della versione definitiva del documento, per poter capire anche quali siano le eventuali motivazioni legate alla decisione, spiegano di “rimanere fermi alle decisioni Ema”. Lo evidenzia Paolo Biasci, presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp), secondo cui “non si possono cambiare opinioni su ogni presa di posizione”. “La scienza -spiega Biasci- deve far fede a quelle che sono le indicazioni ufficiali: il vaccino e’ stato, dopo gli studi necessari, le sperimentazioni necessarie, giudicato positivamente per la somministrazione alla fasce di età 12-16 anni, e per i bambini più piccoli gli studi sono ancora in corso. Ne sapremo qualcosa in più tra qualche mese. In questo momento credo sia giunta l’ora di iniziare le vaccinazioni anche in questa fascia di età”. “Penso che la raccomandazione – aggiunge- che definirei più una sottolineatura, ci dica probabilmente di iniziare, dare la priorità come e’ ovvio a quelle che sono considerate categorie a rischio. In sostanza, mi pare di aver compreso dalle anticipazioni, l’indicazione sarebbe di vaccinare questi soggetti ma poi, firmando un consenso informato, chiunque potrà essere vaccinato. Così ha detto Ema e così ha detto anche l’Fda. Vedremo comunque quello che sarà e come la raccomandazione si svilupperà ufficialmente”.

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Nella fascia di età 12-16 anni -prosegue Biasci- vaccineremo i nostri assistiti. Così prevede il protocollo di intesa firmato col ministero della Salute e la Conferenza delle Regioni. Da una proiezione che abbiamo fatto siamo nell’ordine di 200 ragazzi a pediatra, come media su base italiana. Stiamo parlando di 1 milione e ottocento mila-due milioni di giovani. Man mano che le Regioni avranno completato l’iter applicativo del protocollo di intesa nazionale cominceremo”. Tra 14 e 16 anni, a seconda che si abbia o meno qualche problema di salute in piu’ che spinga a rimanere in trattamento dal pediatra, vi è la transizione al medico di medicina generale. In entrambi i casi i ragazzi e loro famiglie avranno comunque una figura a cui rivolgersi.

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