Studi recenti mostrano che i decessi per Sars-CoV-2 colpiscono in modo sproporzionato le persone con demenza
La demenza colpisce oltre 55 milioni di persone in tutto il mondo, con un nuovo caso ogni 3 secondi. In Italia si stima colpisca oltre 1, 2 milioni di persone, che diventeranno 1,6 milioni nel 2030. Diverse le possibili cause ma la più comune, nel 60-70 per cento dei casi, è l'Alzheimer, malattia che interessa in genere le persone anziane, ma può avere anche un esordio giovanile.
Decine di associazioni e enti di ricerca sono coinvolte in questi giorni nell'organizzazione di eventi in vista della Giornata mondiale dell'Alzheimer che si è celebrata il 21 settembre, pochi giorni dopo l'approvazione, negli Stati Uniti, di un nuovo farmaco che sembra avere efficacia contro la progressione della malattia.
I sintomi di Alzheimer e demenza possono includere perdita di memoria, difficoltà nel capire cosa dicono le persone, difficoltà nell'eseguire compiti quotidiani, cambiamenti di umore. Il risultato finale sono disabilità e perdita della propria indipendenza. Ma l'Alzheimer è anche una delle condizioni più spesso associate ai decessi per Covid: studi recenti mostrano che i decessi per Sars-CoV-2 colpiscono in modo sproporzionato le persone con demenza; fino al 26% di tutti i decessi per Covid-19 nel Regno Unito; oltre il 20% nelle regioni italiane e in Canada. D'altronde il legame tra demenza e Covid-19 è doppio. Da un recente studio presentato dell'Alzheimer Association International Conference, emerge infatti che l'impatto neurologico dell'infezione da Sars-Cov-2 sul cervello può aumentare la probabilità che una persona sviluppi una forma di demenza, ma anche accelerare i sintomi e peggiorare le condizioni della malattia.
Dopo decenni di ricerche, di cui molte non andate a buon fine, nuove speranze si aprono però sul fronte delle terapie con la recentissima approvazione, da parte della Food and Drugs Administration (FDA) statunitense, di Aducanumab: si tratta del primo trattamento che si rivolge in modo specifico al processo degenerativo della malattia e non si limita soltanto ad 'aggredire' i sintomi della demenza ma sembra essere in grado di rallentare il declino cognitivo. "Siamo certi che la speranza di una terapia aiuterà anche i pazienti e le famiglie a superare la paura della diagnosi, con un accesso più precoce al percorso di cura", conclude la presidente di Airalzh (Associazione Italiana Ricerca Alzheimer), Alessandra Mocali. In occasione della Giornata Mondiale, l'auspicio è "che i malati siano presi in carico quanto prima, anche grazie alla medicina territoriale, sin da quando cominciano a palesarsi i primi disturbi".
Altro nodo su cui molte ricerche puntano sono i modi per prevenire questo tipo di malattia: numerose, infatti, sono le evidenze a favore del ruolo protettivo da parte degli stili di vita, come un alimentazione sana, attività fisica, poco alcol, niente fumo. Tra i fattori di rischio su cui recente è stata puntata l'attenzione vi è anche l'inquinamento acustico. Uno studio, pubblicato sul British Medical Journal (Bmj) e condotto in Danimarca sui dati di circa 2 milioni di persone, dimostra che il rumore delle città aumenta il rischio di demenza: su 8mila casi di demenza, mille possono essere attribuiti all'esposizione al rumore del traffico delle città.
In occasione della Giornata mondiale, Federazione Alzheimer Italia, sostiene decine di iniziative "Dementia friendly" per costruire una società più inclusiva per malati e familiari e lancia la campagna #Notiscordaredivolermibene che mira a creare cittadini informati per abbattere lo stigma che circonda la malattia. 'Non ti scordare di volermi bene' è anche il titolo della canzone del testimonial Lorenzo Baglioni, cantautore matematico che l'ha scritta sulla scorta di un'esperienza familiare.
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