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Via libera dall'Unione Europea a risarcire i medici caduti per il Covid

Previdenza Redazione DottNet | 20/05/2022 19:19

Oliveti (Enpam): “Ѐ tempo di un indennizzo per tutti”

L’Unione europea ha raggiunto proprio in queste ore un accordo che riconosce il Covid-19 come malattia professionale e ha chiesto a tutti i Paesi membri, e dunque anche all’Italia, di aggiornare il proprio elenco nazionale delle patologie legate alle attività lavorative. "Si tratta di un’importante presa di posizione soprattutto nei confronti di medici e odontoiatri – ha commentato il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti – soprattutto perché conferma quello che noi abbiamo sostenuto fin dall’inizio della pandemia, quando i primi nostri colleghi sono purtroppo caduti nel vano sforzo di contrastare il dilagare del Covid-19".  

In Italia, un primo intervento per sanare in ambito lavorativo la mancanza di una copertura assicurativa per i decessi da Covid-19 è stato già attuato dall’Inail, che ha riconosciuto un risarcimento ai medici dipendenti, parificando retroattivamente il Covid-19 a infortunio sul lavoro. La misura però non ha avuto effetto per liberi professionisti e parasubordinati non iscritti all’Inail. Sono così rimasti esclusi i familiari superstiti dei medici di famiglia, che tuttavia sono una delle categorie che ha pagato un tributo di vite tra i più alti per fronteggiare le prime ondate della pandemia. "La decisione dell’Ue apre ora la strada a un riconoscimento della malattia professionale a tutti i camici bianchi – sottolinea Oliveti – e dovrebbe spingere lo Stato, come da noi auspicato, a riconoscere retroattivamente a tutti i medici caduti per Covid-19 quel risarcimento che finora ha riguardato solo una parte di loro".  

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Per questo scopo tra l’altro, esiste già uno strumento che potrebbe essere efficacemente utilizzato. "Si tratta del fondo di Stato per i morti sul lavoro – spiega ancora Oliveti -, istituito con la legge finanziaria 2007, il quale stabilisce il diritto a un’indennità una-tantum per tutti i lavoratori morti a seguito di infortunio professionale, indipendentemente dal fatto che siano iscritti all’Inail o meno. Il fondo, gestito anch’esso dall’Inail, registra purtroppo però una dotazione insufficiente per coprire tutti gli aventi diritto. Ebbene – conclude Oliveti - un aumento di questi fondi, alla luce della decisione dell’Unione europea di riconoscere finalmente il Covid-19 come malattia professionale, sarebbe un gesto significativo da parte dello Stato, che permetterebbe di assegnare un’indennità ai familiari superstiti di tutti i medici e odontoiatri caduti lottando contro la pandemia".

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