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I movimenti degli occhi durante la fase Rem seguono i sogni

Neurologia Redazione DottNet | 29/08/2022 14:04

I ricercatori sono arrivati a questa conclusione durante una serie di esperimenti condotti sui topi da laboratorio

Come noto, nel corso della fase del sonno nota come Rem (rapid eye movement) gli occhi del dormiente compiono dei movimenti rapidi e involontari. A differenza di quel che si potrebbe pensare, ciò non avviene in modo casuale, ma segue delle regole ben precise. Come emerso da una recente ricerca, condotta dalla UC San Francisco e pubblicata sulla rivista Science, durante il sonno gli occhi seguono le scene dei sogni creati dal cervello. Il nuovo studio potrebbe quindi aver dato una risposta a uno dei più grandi misteri legati alla fase Rem.

Massimo Scanziani, autore senior dello studio, spiega che i dati raccolti dimostrano che i movimenti oculari durante la fase Rem non sono casuali, ma “coordinati con ciò che sta accadendo nel mondo onirico”. I ricercatori sono arrivati a questa conclusione durante una serie di esperimenti condotti sui topi da laboratorio. “Il lavoro ci offre uno sguardo sui processi cognitivi in corso nel cervello addormentato e allo stesso tempo risolve un enigma che ha suscitato la curiosità degli scienziati per decenni”.
In realtà, l’ipotesi che i movimenti oculari nella fase Rem potessero avere un legame con i sogni era già stata avanzata nella seconda metà del 20esimo secolo, ma in quel periodo non c’erano gli strumenti adatti per provarne la veridicità. Vennero comunque condotti alcuni esperimenti, basati sull’annotazione dei movimenti oculari e su alcune domande poste al dormiente al risveglio, che però diedero dei risultati contradditori. Altri ricercatori ipotizzarono che questi movimenti fossero casuali e servissero solo a mantenere le palpebre lubrificate. Ora gli esperti hanno a disposizione tecnologie molto più avanzate e nel corso dell’esperimento sui topi le hanno usate per monitorare le cellule che direzionavano la testa nel cervello dei topi durante il sonno. I dati forniti da questa osservazione sono stati confrontati con i movimenti oculari, rivelandosi perfettamente allineati.

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