Secondo il parere della CTS, al momento non ci sono elementi per esprimere un giudizio preferenziale nei confronti dei diversi vaccini bivalenti disponibili
La Commissione Tecnico Scientifica (CTS) di AIFA, nella riunione del 14 settembre 2022, ha deciso di rendere disponibile l’utilizzo del vaccino bivalente Comirnaty Original/Omicron BA.4-5, approvato da EMA, come dose booster per tutti i soggetti previsti dall’indicazione autorizzata. La CTS ribadisce che la popolazione a maggior rischio di sviluppare malattia grave, per la quale quindi la dose booster è raccomandata in via prioritaria, è rappresentata dai soggetti che presentano fattori di rischio e dagli over 60. Tutti gli altri soggetti possono comunque vaccinarsi con la dose booster su consiglio del medico o come scelta individuale.
Secondo il parere della CTS, al momento non ci sono elementi per esprimere un giudizio preferenziale nei confronti dei diversi vaccini bivalenti disponibili (ceppo originario BA.
La tempistica di approvazione da parte dell'Ema di due vaccini in pochi giorni rischia però di generare confusione e ritardare ulteriormente la campagna vaccinale dopo il flop estivo della quarta dose. Il che può rivelarsi rischioso per le persone considerate a rischio, ovvero gli over 60 e coloro che soffrono di determinate patologie, tra cui gli immunocompromessi. Sul punto gli esperti non hanno dubbi: aspettare l'ultimo vaccino disponibile non è prudente, tanto più se in commercio c'è già un prodotto più che valido.
Il presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) Franco Locatelli ha ad esempio rimarcato su 'Avvenire' che "gli studi dimostrano come questi vaccini (ovvero quelli mirati a proteggere da Omicron Ba.1, ndr) determinino un aumento significativo dei titoli anticorpali anche contro BA.4 e BA.5". Da qui l'appello alle categorie a rischio affinché aderiscano subito alla campagna vaccinale.
Non ha dubbi neanche Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene all'Università Statale di Milano. "L'importante è il richiamo, soprattutto per chi è fragile e lo ha fatto tempo fa" dice il virologo. Insomma, "il meglio è nemico del bene" e sui vaccini non si può inseguire "l'ultimo modello come succede con i telefonini". "Soprattutto le persone fragili" devono essere "continuativamente protette" dice Pregliasco, "visto che dopo 4-6 mesi dall'iniezione o dalla guarigione si perde la protezione massima contro la malattia grave".
Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, parla di "tempistica sbagliata" da parte dell'Ema. E si chiede: "Ora come si spiega alle persone che anche il booster bivalente per Omicron 1 è efficace e, se c'è necessità, va fatto subito? Tutti vorranno aspettare e così si complica la campagna vaccinale". Anche Matteo Bassetti su Facebook ai augura che l'arrivo dei nuovi vaccini contro Omicron 4 e 5 non vada a "penalizzare la attuale campagna di richiamo dedicata ai fragili e agli anziani".
Sul caso è intervenuto anche il ministro della Salute Roberto Speranza per sottolineare che "in realtà i vaccini anti-Covid aggiornati" a Omicron 1 e a Omicron 4 e 5 "sono abbastanza vicini, nel senso che sono molto simili ed entrambi costruiti sulla variante Omicron". I nuovi vaccini contro Ba.4 e Ba.5 potrebbero arrivare già tra 2 o 3 settimane, ma al momento non ci sono tempistiche certe. Tant'è che lo stesso Speranza mette le mani avanti e non si sbilancia. Una cosa è l'autorizzazione" dell'ente regolatorio "e un'altra cosa è l'arrivo materiale dei vaccini in ogni singolo territorio. Questo è un tema che verificheremo nei prossimi giorni. Chiaramente, più abbiamo un vaccino aggiornato e meglio siamo in grado di gestire questa partita".
Giova ricordare che i nuovi vaccini contro Omicron (sia quelli che adattati a Ba.1, sia quelli aggiornati che arriveranno a breve) sono stati approvati dall'Ema per le persone sopra i 12 anni di età. L'Aifa ha finora approvato solo i vaccini bivalenti contro Ba.1 raccomandando il loro utilizzo a due categorie di persone:
La vaccinazione potrà avvenire purché sia trascorso "un intervallo minimo di almeno 120 giorni dalla prima dose di richiamo o dall'ultima infezione successiva al richiamo".
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