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Gli effetti sulla salute del bere mediterraneo

Nutrizione Redazione DottNet | 16/02/2023 13:33

In un convegno al Senato, esperti a confronto sulle più recenti evidenze epidemiologiche e cliniche che sottolineano il ruolo protettivo sulla salute di un consumo moderato del vino, soprattutto se inserito in un modello di dieta mediterranea

Vino e salute è un argomento molto dibattuto ed estremamente attuale, su cui è necessario continuare a fare chiarezza, anche alla luce delle evidenze scientifiche. Infatti, se è assodato che l’abuso di alcol è seriamente dannoso per la salute, se si prende invece in considerazione un consumo moderato di vino è proprio la letteratura medico scientifica ad evidenziarne un ruolo protettivo, specialmente in abbinamento a corretti stili alimentari.

Questo il presupposto del Convegno "Bere mediterraneo. Gli effetti sulla salute di un consumo moderato del vino" – realizzato su iniziativa del Senatore Gian Marco Centinaio a Palazzo Giustiani – che ha visto esperti italiani e internazionali confrontarsi sui risultati della review ‘Moderate Wine Consumption and Health: A Narrative Review’, pubblicata sulla rivista internazionale Nutrients

mdpi.com/2072-6643/15/1/175">https://www.mdpi.com/2072-6643/15/1/175 e che, di fatto, è il più recente lavoro scientifico a riassumere lo stato dell’arte sul consumo moderato di vino. Una pubblicazione che evidenzia le differenze fra vino e altre bevande alcoliche nella modulazione delle vie biochimiche e dell’espressione genica dei componenti bioattivi e che conferma che il vino, se consumato moderatamente, non solo non aumenta il rischio di malattie cronico-degenerative, ma è anche associato a possibili benefici per la salute, soprattutto se inserito in un modello di dieta mediterranea.

«Questa ricerca – aggiunge il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaioha il merito di fornire un quadro chiaro e organico sugli effetti positivi del vino sulla salute umana. In questo modo, essa potrà influenzare il dibattito politico e le decisioni istituzionali in materia di health warning e di promozione dei prodotti enogastronomici di qualità. Questo solido appiglio scientifico ci consentirà infatti di tutelare con maggiore efficacia il vino e, con esso, l’intera dieta mediterranea in ambito europeo e internazionale, a fronte degli attacchi che continuano a subire dai Paesi nordici e dalle stesse istituzioni di Bruxelles».

Frutto dell’impegno di un gruppo di ricercatori indipendenti e afferenti a diverse istituzioni accademiche italiane – formato da Silvana Hrelia e Marco Malaguti, Dipartimento di Nutrizione Umana dell’Università di Bologna, Laura di Renzo, Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione dell’Università Tor Vergata di Roma, Luigi Bavaresco, Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali Sostenibili dell’Università Cattolica S. Cuore di Piacenza, Elisabetta Bernardi, Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Ambiente dell’Università di Bari e infine Attilio Giacosa, Dipartimento di Gastroenterologia e Nutrizione Clinica del Policlinico di Monza – la review ha avuto come obiettivo quello di rivalutare, alla luce delle più recenti evidenze scientifiche, la relazione che sussiste tra tipo e dose di bevanda alcolica consumata rispetto alla riduzione o all'incremento del rischio di malattie. Per la valutazione del consumo moderato del vino e gli effetti sulla salute, il pool di ricercatori ha selezionato 24 studi scientifici, tramite ricerche su banche dati di letteratura scientifica (PubMed, Scopus e Google Scholar), pubblicati tra il 2010 e il 2022. In particolare, 8 studi riguardavano le malattie cardiovascolari, 3 il diabete di tipo 2, 4 le malattie neurodegenerative, 5 il cancro e 4 la longevità. Quello che ne è risultato è un lavoro che descrive davvero il vino a 360 gradi, non solo per quanto riguarda la sua relazione con le principali patologie del nostro tempo (malattie cronico degenerative), ma anche perché descrive la sua relazione con la dieta Mediterranea, fornisce elementi di viticoltura e discute gli aspetti biochimici alla base degli effetti positivi dei nutraceutici che esso contiene.

Il vino, infatti, è un'alchimia di proprietà uniche, con una composizione ricca e originale in termini di polifenoli e antiossidanti e un'associazione protettiva tra il consumo di vino da basso a moderato e le malattie cardiovascolari, il diabete di tipo 2 e i disturbi neurologici. Proprio il lavoro di analisi dei dati clinici sugli effetti del vino consumato in quantità moderata, ha fatto rilevare come a tali livelli di assunzione i rischi siano contenuti, mentre i benefici evidenti, soprattutto se inserito in un modello di dieta mediterranea. Il vino, infatti, è considerato una bevanda distintiva della dieta mediterranea che contribuisce ai suoi benefici per la salute, con alcune delle vie biologiche suggerite che coincidono proprio con questo stile alimentare. Un "modo mediterraneo di bere" legato alla longevità, dunque, che prevede un’assunzione moderata di vino in età adulta soprattutto durante i pasti, e che potrebbe rappresentare il modo migliore per diminuire gli effetti tossici dell’etanolo e contemporaneamente aumentare le difese antiossidanti/disintossicanti grazie all’effetto sinergico di un’ampia gamma di componenti bioattivi in grado di modulare le difese dell’organismo e proteggere dalle malattie croniche/degenerative.

Le recenti polemiche e il dibattito mediatico seguito alla mancata presa di posizione da parte della Commissione Europea sulla legge irlandese relativa agli health warning in etichetta hanno fatto comprendere come, anche in Italia, sia necessario avere un punto di riferimento scientifico fare ricerca e informazione equilibrata e trasparente in tema di vino alimentazione e salute. Proprio in occasione del Convegno "Bere mediterraneo. Gli effetti sulla salute di un consumo moderato del vino" è stata annunciata anche la nascita dell’Istituto per la Ricerca su Vino, Alimentazione e Salute. La nuova istituzione, presieduta da Luigi Tonino Marsella, Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione dell’Università di Roma Tor Vergata, si propone di promuovere e facilitare la diffusione della conoscenza e dell'informazione di temi riguardanti la Dieta mediterranea e il consumo moderato e consapevole di vino, in rapporto ad una corretta alimentazione, alla salute e al benessere della popolazione, salvaguardando e valorizzando la cultura del territorio. L’Istituto stimolerà ricerca, approfondimento, confronto e partecipazione tra accademici, Istituzioni, settore e professionisti del settore sanitario per educare in modo trasparente i consumatori e fare cultura su vino, alimentazione e salute.

Il parere degli esperti

  1. Prof.ssa Silvana Hrelia

Professore Ordinario di Biochimica

Coordinatrice Corso di Laurea magistrale in nutrizione Umana, Benessere e Salute

Alma Mater Studiorum-Università di Bologna

Alla luce del dibattito che si è instaurato a livello internazionale sul binomio alcol/salute, un gruppo di ricercatori indipendente, afferenti a diverse istituzioni accademiche e no, ha deciso di dare il proprio contributo sfruttando le competenze scientifiche interdisciplinari nell’ottica di fornire una visione trasversale, multidisciplinare ed olistica alla tematica esaminando le ricerche pubblicate su riviste internazionali ed analizzandole criticamente ai fine di una "narrative review". Nella banca dati citazionale PubMed negli ultimi 10 i lavori pubblicati sul tema "Wine and health" sono più di 3000, di cui 500 solo nell’ultimo anno, a dimostrazione di quanto il dibattito sia acceso e risposte scientifiche chiare siano necessarie.

Il nostro contributo è finalizzato a:

    • rivalutare il rapporto tra il tipo di bevanda alcolica, la dose assunta e la riduzione o l'aumento del rischio di diverse patologie, alla luce delle più attuali evidenze scientifiche.
    • evidenziare le differenze tra vino e altre bevande alcoliche nella modulazione delle vie biochimiche e dell'espressione genica.
    • contribuire ad aiutare i governi, le organizzazioni, l'industria, gli operatori sanitari e la popolazione in generale ad acquisire conoscenze per migliorare la salute e ridurre i fattori di rischio di varie patologie, ma anche per sottolineare con forza gli effetti negativi di una assunzione non consapevole.

Il vino è una matrice complessa, non una semplice soluzione idroalcolica, in quanto contenente una grande varietà di composti diversi, la maggior parte della quale è stata isolata, identificata e studiata con lo scopo di individuare le molecole responsabili di un eventuale effetto benefico sulla salute umana. La composizione fitochimica del vino dipende fortemente dall'interazione tra fattori ambientali, come il "terroir", termine di derivazione latina, che definisce una specifica area geografica, con pratiche enologiche e colturali applicate che, complessivamente, definiscono le caratteristiche uniche di uno specifico vino. In generale, i composti bioattivi del vino includono polifenoli come flavonoidi, catechina, quercetina, antociani e stilbeni come il resveratrolo, a cui si aggiungono melatonina e viniferina (ultimo fitocomponente identificato nel vino, con una capacità fino a 6 volte superiore rispetto al resveratrolo di proteggere la funzionalità endoteliale). Il vino contiene componenti ad azione nutraceutica (termine che deriva dalla fusione tra nutrizionale e farmaceutico) fino a 1,8 g/L!

Moltissimi sono i dati in letteratura sul resveratrolo, alcuni anche contraddittori tra di loro. Cosa possiamo dire su questa molecola per molti anni enfatizzata? Il vino contiene resveratrolo fino ad un massimo di 36 mg/L. Dopo l’assunzione orale di 2.5 mg di resveratrolo ne vengono rilevate nel plasma solo tracce (5 ng/ml), viene profondamente biotrasfomato dal microbiota intestinale e il suo contributo all’attività antiossidante diretta è basso. Tuttavia, anche a bassissime concentrazioni, agisce modulando vie intracellulari in grado di aumentare le difese detossificanti dell’organismo, è in grado di attivare vie antinfiammatorie, antiossidanti e antiproliferative potenziando le difese endogene. I nutraceutici del vino forniscono una protezione cellulare e tissutale generando segnali per l'induzione di enzimi protettivi che contribuiscono all’equilibrio redox alla base della definizione stessa di salute. Quando il vino viene assunto con moderazione nell’ambito di una Dieta Mediterranea, questo contribuisce all’assunzione di più di 1.5 g al giorno di componenti bioattivi, che rappresentano veri e propri "veicoli biomolecolari interattivi" che dirigono l'espressione genica in modo organico per produrre salute e benessere.

Come ben sappiamo, l'alcol è classificato dalla IARC, all'interno del Gruppo 1 degli agenti cancerogeni; è causalmente associato allo sviluppo di tumori del tratto digerente superiore e del fegato e può essere positivamente associato al cancro del colon-retto. Durante il suo metabolismo, l'alcol viene ossidato ad acetaldeide, una sostanza reattiva che potrebbe mediare la maggior parte della tossicità indotta dall'etanolo che porta allo sviluppo di malattie croniche, come malattie epatiche e cardiovascolari e cancro. Chimicamente, l'acetaldeide può interagire direttamente con proteine, lipidi e DNA per formare coniugati covalenti con conseguente danno al DNA stesso. Il destino dell’acetaldeide è di essere ossidata ad acetato, molecola non tossica ad effetto ergogenico, responsabile delle famose 7 Kcal/g di alcol sviluppate, da parte dell’enzima aldeide deidrogenasi (ALDH). I componenti bioattivi della Dieta mediterranea, compresi quelli del vino, sono in grado, grazie alle loro proprietà biologiche uniche, di potenziare il metabolismo dell'acetaldeide da parte di ALDH e contribuire in tal modo alla protezione dal danno epatico indotto dall'alcol. Molti sono i composti bioattivi nutraceutici che contribuiscono ad una strategia protettiva volta a mantenere bassi i livelli di acetaldeide. È stato dimostrato che il resveratrolo e i flavonoidi del vino rosso modulano l'espressione della gamma-glutamilcisteina sintetasi, l'enzima limitante nella sintesi del glutatione (GSH), il più importante antiossidante cellulare endogeno coinvolto sia nelle difese antiossidanti cellulari sia nella disintossicazione da xenobiotici. 

Quali sono pertanto i messaggi che possiamo cogliere dagli studi biochimici:

    • Il vino è una matrice complessa che contiene componenti bioattivi ed evidenzia una "impronta digitale" fitochimica originale e non sovrapponibile a quella di altri alimenti che compongono la Dieta mediterranea.
    • L’assunzione moderata di vino nell’ambito della Dieta Mediterranea contribuisce a modulare le difese antiossidanti e detossificanti endogene.
    • L’assunzione moderata nell’ambito della Dieta Mediterranea può contrastare l’effetto tossico del metabolismo dell’etanolo.
    • L’assunzione moderata nell’ambito della Dieta Mediterranea contribuisce sinergicamente ad ottenere il maggiore effetto protettivo/preventivo.

Il vino è quindi lo strumento che suona all’unisono in una grande orchestra per generare la sinfonia ottimale!

    • Prof. Attilio Giacosa

Dipartimento di Gastroenterologia e Nutrizione Clinica

Policlinico di Monza, Monza, Italy

La correlazione tra consumo di vino e salute è oggetto di attenzione da lunga data. Molti studi epidemiologici italiani e internazionali hanno evidenziato che il consumo abituale e moderato di vino nell’arco della vita adulta è associato a diversi vantaggi per la salute, sia nella popolazione maschile che in quella femminile. Il nostro studio ha rivisitato la letteratura scientifica su questo tema, consentendo di giungere a conclusioni di estremo interesse in termini di salute pubblica. In primis, si evince che bevendo vino con moderazione si riduce il rischio di malattie cardiovascolari (CV) e in particolare di coronaropatie. Tra I bevitori moderati di alcolici si osserva un effetto protettivo più marcato fra chi beve vino rispetto a chi non lo beve. 

    • Rispetto agli astemi, chi beve 5-15 g di alcol al giorno manifesta una riduzione del 26% del rischio di malattie CV e una riduzione del 51% del rischio di mortalità per malattie cardiovascolari, se il consumo di alcol è preferenzialmente dovuto a vino rosso.
    • Chi beve abitualmente vino rosso con moderazione manifesta valori glicemici inferiori e una minor frequenza di diabete rispetto agli astemi. Pazienti con diabete che bevono alcol con moderazione, soprattutto vino, hanno meno malattie CV e minor mortalità.
    • L’abuso cronico di alcolici incrementa in modo marcato i processi neurodegenerative, ma molti studi dimostrano che il consumo moderato di vino influisce positivamente sul rischio di disturbi cognitivi.

In particolare:

  • negli adulti, il rischio di demenza e depressione si può ridurre con il consumo abituale e moderato di vino;

  • l’effetto del consumo moderato di vino sul declino cognitivo è pari ad una riduzione del rischio del 28%;

  • l’assunzione abituale di moderate quantità di vino nell’età adulta è associata ad un minor rischio di ictus rispetto a chi non beve vino.

    • Un aspetto molto delicato per la salute pubblica è la correlazione fra consumo di vino e rischio oncologico. A tale riguardo si deve sottolineare che vi è assoluto consenso scientifico sul ruolo dell’alcol nell’indurre un aumento correlato alla dose del rischio di vari tumori ed in particolare dei tumori di capo e collo, esofago, fegato, mammella, colon e retto. Proprio per questo Il Codice Europeo Contro il Cancro pubblicato nel 2016 indica testualmente: 1. Non bere alcolici è preferibile per la prevenzione oncologica. 2. Se si bevono alcolici di qualsiasi tipo occorre limitarne la quantità. Tuttavia, molti studi di grande qualità scientifica evidenziano come la Dieta Mediterranea, che Include un consumo moderato e abituale di vino durante la vita adulta e preferibilmente durante i pasti, si associ ad una riduzione del rischio oncologico. Il "bere mediterraneo" non influenza in modo apprezzabile il rischio "overall" di cancro. E addirittura, l’esclusione della componente alcolica (soprattutto dovuta al vino) dallo score della Dieta Mediterranea non modifica il risultato protettivo che tale dieta manifesta nei confronti della riduzione del rischio generico di cancro della mammella.
    • La mortalità per tutte le cause può essere l’indicatore migliore per riassumere gli effetti più severi dell’alcol sulla salute. In tale modo si possono valutare congiuntamente gli effetti sia negativi che positivi dell’alcol sulla salute umana. In molteplici studi internazionali la relazione tra consumo di alcol e mortalità viene identificata con una curva a forma di "J". Questa curva dimostra che il bere alcolici con moderazione riduce la mortalità rispetto agli astemi (curva inferiore della "J"), mentre la mortalità aumenta drammaticamente con l’aumento del consumo di alcolici (tratto verticale della "J"). Questa stessa curva si osserva per le malattie CV e per i disturbi cognitivi.
    • Questi benefici si osservano con l’assunzione di 3-30 g/giorno di alcol nella donna e 12-60 g/giorno nell’uomo L’effetto protettivo massimo si evidenzia con 20 g al giorno di alcol.
    • Il Copenhagen Prospective Population Study ha dimostrato che l’effetto positivo del vino sulla mortalità per tutte le cause è superiore rispetto all’alcol da solo.
    • L’aderenza marcata al «modo moderato di bere Mediterraneo» si associa ad una riduzione della mortalità pari al 45% (relative reduction in overall mortality) rispetto al 31% osservato quando si considera solo il consumo moderato di alcol.

In conclusione:

    • gli studi epidemiologici dimostrano che l’assunzione moderata di vino nella età adulta e per lo più durante i pasti (2 bicchieri di vino al giorno per gli uomini e 1 bicchiere per le donne) così come accade nei Paesi Mediterranei, favorisce la longevità, riduce il rischio di malattie cardiovascolari, di diabete e di disturbi cognitivi e non influenza apprezzabilmente il rischio di cancro, eccezion fatta per le donne con storia personale o familiare di cancro della mammella.
    • E’ indubbio che gli astemi non devono iniziare a bere alcolici per ridurre il loro rischio di malattie cardiovascolari o di diabete o per ridurre la degenerazione cognitiva senile e per ridurre il rischio di mortalità, ma l’evidenza epidemiologica indica che non c’è motivo di suggerire a coloro che bevono vino con moderazione di smettere di farlo. 

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