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MEDICI IN PENSIONE: QUANDO ARRIVANO GLI AUMENTI DELLA RIVALUTAZIONE

Previdenza Redazione DottNet | 23/03/2023 16:13

Il 1°gennaio 2023 le pensioni dei medici dipendenti hanno fatto un significativo balzo in avanti, sulla scia del poderoso incremento dell’inflazione scatenato dall’aumento dei prezzi energetici.

L’anno scorso l’inflazione complessiva registrata dall’Istat è risultata infatti pari all’1,9%, di cui l’1,7% riconosciuto dall’inizio dell’anno sulla base dell’indice provvisorio e lo 0,2% aggiuntivo applicato (sulla base di un decreto legge) a partire dal mese di novembre.

Quest’anno, invece, già il decreto ministeriale di inizio dicembre aveva certificato un’inflazione provvisoria del 7,3%. Ma, a differenza dello scorso anno (quando l’inflazione è stata recuperata al 100% per le pensioni fino a cinque volte il minimo Inps, al 90% per la fascia da cinque a sei volte, ed al 75% per la quota eccedente), stavolta il Governo nella Legge di Bilancio ha deciso di fare cassa proprio sulle pensioni, riducendo pesantemente il recupero inflazionistico sui trattamenti più elevati.

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E’ stato infatti stabilito un nuovo meccanismo per il biennio 2023 – 2024 che premia le pensioni al minimo, preserva la rivalutazione piena soltanto per gli assegni di importo fino a 4 volte il minimo e riduce progressivamente l’indicizzazione di tutti i trattamenti oltre 4 volte il minimo con uno schema che prevede un’articolazione in sei fasce. Attenzione: il nuovo sistema è molto più penalizzante del precedente anche perché, mentre fino allo scorso anno la rivalutazione era calcolata per quote, e quindi su tutte le pensioni la rivalutazione almeno della quota fino a cinque volte il minimo era comunque integrale, adesso invece si guarda all’importo complessivo del trattamento per collocarlo in una fascia di rivalutazione che interessa l’intera pensione.

Dunque, per i trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo INPS (2.101,52 euro per tredici mensilità), le pensioni sono state rivalutate nella misura del 100 per cento (7,3%).

Per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a quattro volte il trattamento minimo INPS (2.101,52 euro per tredici mensilità):

  • le pensioni sono state adeguate nella misura dell’85 per cento (6,21%) per i trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a cinque volte il trattamento minimo INPS (2.626,90 euro);
  • per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a cinque volte il trattamento minimo INPS (2.626,90 euro) e pari o inferiori a sei volte il trattamento minimo INPS (3.152,28 euro) la rivalutazione è stata del 53 per cento (3,87%);
  • per le pensioni di importo superiore a sei volte il trattamento minimo (3.152,28 euro) e pari o inferiori a otto volte il trattamento minimo INPS (4.203,04 euro circa), la rivalutazione è stata effettuata nella misura del 47 per cento (3,43%);
  • per i trattamenti pensionistici di importo superiore a otto volte il trattamento minimo (4.203,04 euro) e pari o inferiori a dieci volte il trattamento minimo INPS (5.253,80 euro), la rivalutazione è stata pari al 37 per cento (2,70%);
  • per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a dieci volte il trattamento minimo INPS (superiore a 5.253,80 euro) l’incremento è avvenuto nella misura del 32 per cento (2,34%).

Questa nuova griglia di rivalutazione era contenuta nella legge di bilancio, che è stata approvata negli ultimi giorni del 2022; quindi, per ragioni tecniche, è stata applicata dall’Inps sulle pensioni di febbraio, con pagamento degli arretrati da gennaio.

Come spesso accade, il pagamento intervenuto sulle pensioni dei medici dipendenti ha però scatenato l’interesse dei pensionati dell’Enpam, che a migliaia hanno iniziato a chiamare la Fondazione reclamando lo stesso trattamento. Non si ricordavano, però, che la rivalutazione dell’Enpam segue criteri completamente diversi, a norma dei vigenti regolamenti.

Innanzitutto, l’Enpam non applica indici provvisori, ma direttamente l’indice definitivo, cioè la media dell’inflazione registrata fra il 2022 ed il 2021, reperibile a fine gennaio, che è risultata pari all’8,1%.

In secondo luogo, le fasce di applicazione della rivalutazione sono soltanto due:

  • il 75% dell’indice (precisamente per quest’anno il 6,08%) sulla fascia sino a 4 volte il trattamento minimo (€ 2.276,65 mensili per dodici mensilità);
  • il 50% dell’indice (e cioè il 4,05%) sulla parte eccedente.

Ma questi soldi concretamente quando arriveranno? La decorrenza sarà la stessa dell’Inps, cioè il 1° gennaio 2023, ma all’atto della Riforma Fornero i Ministeri vigilanti incomprensibilmente pretesero dall’Enpam di ratificare anche le delibere relative alla rivalutazione delle pensioni, che in realtà seguono un meccanismo automatico. Ciò ovviamente comporta uno slittamento dei tempi di applicazione, che debbono tenere conto dell’iter di approvazione ministeriale.

Se quindi un tempo la rivalutazione Enpam si applicava già sulle pensioni di marzo, con pagamento degli arretrati da gennaio, adesso è lecito attendersi, per motivi assolutamente indipendenti dalla Fondazione, un’attesa un po’ più lunga (verosimilmente non prima di aprile). Niente paura, però: gli arretrati saranno diligentemente pagati fino all’ultimo euro, sempre conteggiandoli da gennaio.

Codice TRO-2023-001

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