A distanza di 14 anni, il Consiglio dei Medici francese ha stabilito il legame diretto tra la patologia contratta dall'infermiera e la gran quantità di turni di notte svolti durante il servizio
Una sentenza storica in Francia che potrebbe avere ripercussioni anche nel resto dell'Europa. Per la prima volta è stato riconosciuto un legame diretto tra il lavoro notturno e il rischio di sviluppare tumori al seno per le donne. Lo ha stabilito a fine marzo il Consiglio nazionale dell'Ordine dei medici francese, che ha esaminato il caso di un'ex infermiera (ora in pensione) dell'ospedale di Sarreguemines, piccolo comune transalpino situato al confine con la Germania.
Nel corso dei suoi 28 anni trascorsi nei reparti di cardiologia e ginecologia, l'infermiera Martine (nome di fantasia), riporta il Messaggero, oggi 61enne, ha trascorso in totale 873 turni di lavoro notturno.
La causa legale di Martine è stata sostenuta da un'ex infermiera della regione francese della Mosella (dove si trova il comune di Sarreguemines), Josiane Clavelin, ora sindacalista di categoria, che ha testimoniato: «Ho lavorato in pediatria, un servizio di pronto soccorso, e regolarmente un radiologo entrava nella stanza per fare i raggi X. Con le conseguenze che questo può avere. Allo stesso tempo, ho notato che emergevano molti più tumori al seno nel personale infermieristico che lavorava turni notturni».
Accompagnata da medici nucleari, epidemiologi, medici del lavoro, Clavelin ha redatto un questionario di 124 domande distribuito in tutti gli ospedali della Mosella, rivolto a circa 700 persone, congedando tutto il personale ospedaliero che correva il rischio di sviluppare un cancro a causa degli orari di lavoro. «La comunità scientifica ha stabilito che il lavoro notturno e l'inversione di ritmo sonno-veglia hanno conseguenze sulla salute, con un possibile aumento dei tumori al seno», ha dichiarato Clavelin.
Il fatto è stato confermato da un rapporto, pubblicato a marzo 2016, dell'Agenzia nazionale francese per la salute e la sicurezza alimentare, l'ambiente e il lavoro (ANSES), intitolato "Valutazione dei rischi per la salute connessi al lavoro notturno". A pagina 124 si legge: «I lavoratori notturni devono sopportare condizioni di lavoro molto più difficili rispetto agli altri dipendenti. I principali studi hanno dimostrato l'esistenza di associazioni statistiche, generalmente deboli, tra cancro al seno e turni di notte».
Un anno fa i ricercatori dell'Università Paris-Saclay, con i loro colleghi dell'Inserm e dell'Inrae, pubblicarono i risultati di questa ricerca su Nature Communications: l'interruzione del ritmo circadiano, quindi del ritmo-sonno veglia, può aumentare il rischio di cancro al seno. Il tumore al seno è la forma di cancro più comune tra le donne. Nella maggior parte dei casi, i vari fattori di rischio sono comportamentali e legati, per esempio, a una cattiva alimentazione o al consumo di alcol, a fattori ormonali correlati all'assunzione di una pillola contraccettiva o a trattamenti ormonali in menopausa, oltre che a fattori ambientali come l'inquinamento atmosferico o le modifiche dei cicli luce/buio.
In uno lavoro condotto sui topi gli studiosi hanno sottoposto gli animali a un jet lag continuo che riproduceva un cambio di ritmo di lavoro tra il giorno e la notte. E' grazie a questa attività sperimentale che hanno osservato come il disturbo circadiano abbia avuto un impatto significativo sullo sviluppo di tumori al seno. Questa interruzione del ritmo sonno/veglia ha aumentato la diffusione delle cellule tumorali e la formazione di metastasi. E' stato notato come la maggiore espressione della una chemochina nei tumori, porti a una maggiore infiltrazione di alcune cellule mieloidi che permettono lo sviluppo di un microambiente che sopprime il sistema immunitario.
Gli effetti negativi possono essere però corretti con l'uso di un inibitore e quindi limitare l'effetto dello stress circadiano sulla progressione del tumore. Queste ricerche sperimentali, secondo gli studiosi, rafforzano i risultati di studi epidemiologici che dimostrano che le donne in pre-menopausa esposte per lunghi periodi a cambi del loro ritmo di lavoro, sarebbero particolarmente esposte a tumori mammari più aggressivi.
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