"Siamo soddisfatti che su questo anche la Fimmg, che si era detto d’accordo, dall’inizio, con il progetto delle Case di Comunità, abbia maturato via, via, un ripensamento"
“Siamo d’accordo che il finanziamento previsto dal Pnrr, di oltre 15 miliardi di euro, richieda un approfondimento per quanto le Case di Comunità, come ha sostenuto il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Lo abbiamo detto fino da quando è stato redatto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. Ad affermarlo, in una nota, Pina Onotri, segretario generale dello Smi.
“Per quello che riguarda i medici e i sanitari, infatti – argomenta Onostri -, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) non contiene nessun accenno, rispetto alla necessità di aumentare le dotazioni organiche, né tanto meno d’investire sul personale medico e può rivelarsi, così, una grande operazione di edilizia sanitaria. Si potrebbe correre il rischio di non avere i medici a sufficienza per affrontare le centinaia di migliaia di prestazioni sanitarie negate e rinviate a causa del Covid- 19”.
“La categoria medica – conclude Onostri - chiede a gran voce tutele e diritti, sicurezza sul luogo di lavoro in primis. Tempi di conciliazione normali, diritto di qualsiasi lavoratore. È stato certificato il sorpasso di genere, la professione di medico di medicina generale è ormai femminile e le donne medico sono aumentate tantissime anche in ambito ospedaliero; ma entrambe non riescono a conciliare la famiglia con un ritmo lavorativo tale e una disponibilità telefonica che è stata imposta per decreto. E’ ormai giunta l’ora di garantire il diritto alle ferie, al riposo, alle pause, in definitiva tutte le tutele di cui hanno diritto i lavoratori e le lavoratrici”.
Onotri: "Riteniamo nettamente insufficienti gli stanziamenti per la medicina generale e le misure introdotte per fronteggiare la carenza dei medici"
Il Presidente Snami Testa: “Senza una visione strutturale, non si cambia rotta”
"L’introduzione del ruolo unico per i medici in formazione, senza un impianto normativo chiaro e condiviso, avrebbe generato confusione, disuguaglianze e criticità organizzative"
"I limiti di tempo massimi, entro i quali deve essere garantita una prestazione ambulatoriale, prescritta con ricetta rossa e dematerializzata, variano a seconda del grado di priorità"
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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