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Giuffrida (Asl Reggio Calabria): a rilento le vaccinazioni Covid, con un monodose andrebbero meglio

Infettivologia Redazione DottNet | 27/10/2023 19:37

L'antinfluenzale procede bene; del Covid ormai se ne parla poco ma resta un grosso rischio per i più fragili

Secondo l’ultimo report settimanale del Ministero i tassi di ospedalizzazione e mortalità a causa del Covid stanno aumentando con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età da 90 anni in su anni. Stesso discorso anche per quanto riguarda il tasso di ricovero in terapia intensiva che aumenta con l’età. A fronte, dunque, di una campagna vaccinale contro il coronavirus che stenta a decollare, i decessi tra i fragili sono in costante aumento.

Al contrario, invece, di quanto avviene per l’antinfluenzale che procede a ritmi sostenuti. "Il Ministero della Salute aveva inviato messaggi chiari: vaccinarsi contemporaneamente contro influenza e Covid – spiega Sandro Giuffrida, direttore Dipartimento di prevenzione dell'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria -. Ma finora stiamo riscontrando molti consensi per l’antinfluenzale, meno per il Covid".

Come spiega questi dati?

Del Covid non se ne parla più e di conseguenza non si percepisce il rischio. La malattia è quasi scomparsa dal lessico burocratico, come se fosse scomparsa. E invece in Italia continuano a morire 200 persone a settimana, malati fragili, e in molti continuano a contrarre il virus con conseguenza devastanti per i più anziani e per quanti hanno malattie pregresse o croniche. Non mi stancherò mai di raccomandare agli anziani e alle persone fragili di fare il vaccino. E' vero che la circolazione virale in questo momento non desta preoccupazioni, ma sappiamo bene che la combinazione del covid con altre patologie può dare seri problemi a chi è più esposto.

Probabilmente un altro limite deriva dal fatto che c’è un solo vaccino disponibile

Diciamo che i vaccini sono tutti efficaci, tuttavia avere a disposizione un solo prodotto porta ad una serie di limitazioni.

Per esempio?

Sicuramente sulla possibilità di scelta: chi nell’ultima campagna ha utilizzato un prodotto vorrebbe continuare con lo stesso perché magari non ha avuto nessuna reazione. E non poter scegliere potrebbe essere un disincentivo a nuove somministrazioni. E poi c’è anche un problema di carattere pratico.

Cioè?

L’unico vaccino monodose sul mercato (Moderna n.d.r.) non rientra nella campagna avviata in Italia perché non è stato acquistato dall’Unione Europea. Una scelta, a mio avviso, antieconomica perché con un vaccino monodose gli sprechi si riducono grazie all’utilizzo ottimale che possono farne i medici di famiglia e le farmacie in virtù di una maggiore facilità di utilizzo. Proprio per questo motivo, a quanto mi risulta, alcuni Paesi europei offrono il monodose come ulteriore opzione. Insomma, per ora possiamo contare su un solo vaccino (Pfizer n.d.r.) e fra non molto – quando sarà approvato – su un altro più tradizionale (Novavax n.d.r.) ma non su quello che è più semplice distribuire e conservare e che quindi consentirebbe maggiori risparmi alle casse pubbliche.

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