Silvestro Scotti: «Sentiamo forte il dovere di opporci con tutte le nostre forze a questa barbarie»
«In 13 anni, da quando è iniziato il drammatico conteggio dei femminicidi, abbiamo contato 1.276 vittime. Un numero enorme, ma la cosa ancor più inaccettabile è che questo bollettino di guerra non accenna a fermarsi. Come medici sentiamo forte il dovere di fare la nostra parte per opporci con tutte le nostre forze a questa barbarie e per questo, da anni, ci spendiamo in iniziative che possano contribuire ad un cambio di paradigma». A parlare è il segretario generale Fimmg, Silvestro Scotti, che commenta con amarezza e dolore le tante morti per femminicidio susseguitesi in questi anni senza soluzione di continuità. Proprio la Federazione italiana dei medici di medicina generale avvierà da domani (25 novembre) un progetto di Formazione a distanza che per un anno che si propone di fornire ai medici di medicina generale gli strumenti per migliorare la capacità di intercettare precocemente i segnali diretti o indiretti della violenza sulle donne, riconoscere segni e sintomi della violenza subita, segnalare la violenza, contribuire a orientare la richiesta di aiuto e accelerare l’intervento dei presìdi di sanità pubblica e delle reti territoriali di contrasto alla violenza.
In molti casi si sviluppa nell’ambiente familiare, in condizioni più difficili da dichiarare e denunciare. Spesso la donna è sola nell’affrontare un dramma che, se rivelato, sconvolgerebbe la vita anche di altre persone che le sono care. «Il medico di medicina generale – dice Tommasa Maio, responsabile scientifico della Fad - può trovarsi nella condizione di sospettare o intercettare segnali, riscontrare segni e sintomi o essere messo a parte dell’esistenza del problema. È fondamentale che il medico possa agire tempestivamente e in modo appropriato per contribuire a proteggere la donna e a impedire l’escalation verso un tragico epilogo». Proprio per arrivare al più ampio numero possibile di medici, come detto, la Fad che si aprirà domani resterà aperta per un anno e vedrà nella sua faculty molte donne che realmente hanno fatto la differenza nella lotta alla violenza di genere: da Elena Baragli (presidente Artemisia) a Paola Di Nicola Travaglini (Consigliera della Corte Suprema di cassazione), passando per Vittoria Doretti (Ufficiale O.M.R.I. - Esperta CTS Osservatorio sul fenomeno della violenza nei confronti delle donne e la violenza di genere - Presidenza del Consiglio dei Ministri DPO), Elisa Ercoli (presidente Differenza Donna), Martina Focardi (Dirigente Medico Di Medicina Legale- Azienda Ospedaliera Università Careggi Firenze), Alessandra Kustermann (Presidente Associazione SVS DAD Onlus) e Linda Laura Sabbadini (Direttore del Dipartimento per le statistiche sociali ed ambientali dell’Istat).
Il Presidente Testa: Serve subito l’atto di indirizzo. Ruolo unico? Sì, ma con flessibilità
"L’introduzione del ruolo unico per i medici in formazione, senza un impianto normativo chiaro e condiviso, avrebbe generato confusione, disuguaglianze e criticità organizzative"
"I limiti di tempo massimi, entro i quali deve essere garantita una prestazione ambulatoriale, prescritta con ricetta rossa e dematerializzata, variano a seconda del grado di priorità"
La riforma delle Case di comunità rischia di non risolvere il problema. Paolini: "Serve una medicina generale equiparata alla formazione delle altre specialità universitarie"
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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