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Morbillo, Bartoletti: nel Lazio rivediamo casi in 30enni

Infettivologia Redazione DottNet | 05/02/2024 16:05

È una malattia seria che non va sottovalutata

Nel Lazio «c'è un allarme negli adulti, rivediamo casi nei giovani, 30enni non vaccinati, e personalmente è una situazione a cui noi medici di famiglia non assistevamo da decenni. Il morbillo è una malattia che non va sottovalutata perché è un virus 'cattivò che porta febbre alta e l'enatema, un rush cutaneo nelle mucose nella faringe, poi arriva l'esantema con le bolle. Quello che consigliamo ai nostri assistiti è di verificare se si è fatta la vaccinazione anti-morbillo e nel caso negativo di farla».

Così all'Adnkronos Salute Pierluigi Bartoletti, segretario Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg) Roma e provincia, interviene sull'alert per l'aumento dei casi di morbillo negli adulti (19-42 anni) rilanciato da una circolare del Servizio regionale di sorveglianza (Seresmi) del Lazio. Perché nel Lazio c'è questa recrudescenza di morbillo negli adulti? «Queste malattie, appena spegni la 'lucè, riemergono, ma non vanno davvero sottovalutate anche se si pensa di essere giovani e in buona salute».
«Per il morbillo non c'è cura», avvertono i medici di famiglia ricordando che «può dare in alcuni casi anche complicanze, dalla polmonite all'encefalite». Ma cosa deve fare chi ha un sospetto di morbillo? «Ci si rivolge al proprio medico, se ci sono in atto già complicanze serie, che possono purtroppo arrivare in certi soggetti, sarà però necessario valutare anche il ricovero in ospedale». Bartoletti precisa però che «ora la cosa necessaria è che tutti controllino se hanno o meno fatto la vaccinazione. Se non si è fatta occorre contattare l'Asl, perché noi non abbiamo i vaccini e purtroppo nel Lazio non abbiamo accesso all'anagrafe vaccinale, e prendere appuntamento per l'immunizzazione».

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