IEO, gene già coinvolto in un altro tumore, serve il test genetico
Non solo 'geni Jolie' dietro il rischio di cancro al seno. Oltre alle mutazioni Brca1 e Brca2, che hanno spinto l'attrice americana e più di recente la top model Bianca Balti a ricorrere alla chirurgia preventiva, c'è un altro gene che diventa osservato speciale: si chiama Cdh1 ed è associato a una nuova forma ereditaria di carcinoma mammario. La scoperta - pubblicata su 'Jama Network Open' - è italiana e porta la firma di Giovanni Corso, chirurgo senologo dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) e ricercatore dell'università Statale di Milano.
Corso e colleghi hanno individuato "una nuova forma ereditaria di tumore del seno, associata al gene Cdh1, che si differenzia integralmente dalla classica sindrome del carcinoma mammario ereditario causata dalle note mutazioni dei geni Brca1 e 2", spiegano dall'Ieo.
L'appello dei senologi: le donne a rischio
I senologi lanciano dunque un appello: "Le donne con un tumore lobulare, con età sotto i 45 anni, o con storia familiare positiva o con tumore lobulare bilaterale, dovrebbero essere tutte testate per il gene Cdh1". Lo studio, finanziato dal ministero della Salute e avviato nel 2016 - dettaglia una nota - è stato condotto su una popolazione di 5.429 pazienti operate al seno per tumore lobulare. Le donne che presentavano questo fenotipo erano in totale 1.867 e, tra queste, 394 sono state testate per i geni Cdh1, Brca1 e Brca2. Circa il 5% presentava una variante del gene Cdh1, senza mutazioni dei geni Brca1 e 2. "Nonostante sia una sindrome rara, la probabilità che questa variante sia patogenetica è molto alta - precisano gli esperti Ieo - circa il 40%". "Le analisi statistiche - sottolinea Corso - hanno dimostrato che la presenza di Cdh1 mutato nelle donne più giovani (40 anni) predispone allo sviluppo del tumore lobulare del seno, anche più dei geni Brca 1 e 2. Il rischio di sviluppare anche un tumore gastrico rimane incerto, ma possibile. Il test Cdh1 è quindi importantissimo - rimarca lo specialista - sia per la donna che per i familiari. Ad oggi il Servizio sanitario nazionale non prevede il test per questa popolazione femminile, ma la nostra scoperta apre una nuova possibilità. Abbiamo già definito nuovi criteri clinici per testare il gene Cdh1, che verranno anche pubblicati a breve sulle nuove linee guida dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom)", anticipa Corso.
"La nostra scoperta ha importanti implicazioni cliniche - dichiara Paolo Veronesi, direttore del Programma Senologia Ieo e coautore dello studio - perché abbiamo gli strumenti per proteggere le donne che presentano la nuova sindrome di carcinoma mammario lobulare ereditario. Per esempio si può seriamente considerare, caso per caso, l'opportunità della mastectomia bilaterale. Inoltre viene fortemente consigliata la gastroscopia annuale, per un possibile rischio di sviluppare un carcinoma gastrico".
La malattia è causata dall'avvelenamento progressivo della frazione di cellule ancora sane del midollo osseo, causato da un ambiente infiammatorio determinato dalle cellule malate
I risultati di uno studio della Fondazione Tettamanti e dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII sono stati pubblicati sul “Blood Cancer Journal”
Da Lilly arriva “The Life Button” un bottone per non “perdere il filo” delle cure
La borsa di studio arriva a quattro anni dalla scomparsa della presidente di Acto Campania, vittima di un tumore eredo familiare varata grazie proprio al suo impegno
Esperti, "nuove ormonoterapie orali siano disponibili in Italia"
Commenti